I tricolori, le felpe nere di Lealtà-Azione, i vessilli delle associazioni di ex combattenti e reduci. Ieri mattina, come ogni anno, è andata in scena al Cimitero Maggiore la commemorazione dei 1.432 morti della Repubblica sociale italiana sepolti al Campo X, cui hanno preso parte un centinaio tra parenti e nostalgici del ventennio fascista. Prima gli organizzatori hanno letto una nota per rispondere all’esposto in Questura presentato dalla presidente del Municipio 8 Giulia Pelucchi: "Ribadiamo che la cerimonia odierna viene organizzata nel rispetto delle normative vigenti in materia di pubblica sicurezza". La cerimonia è durata poco più di mezz’ora e si è conclusa col "Silenzio" e un applauso. Senza chiamate del presente né saluti romani.
Qualche ora dopo è scoppiata una polemica su un mazzo di orchidee vicino al ceppo dei caduti di Salò con la scritta "Ai suoi benefattori memore e grata" e i loghi "Fondazione Irccs Ca ’Granda Ospedale Maggiore Policlinico" e "Regione Lombardia": "Chi ha autorizzato la deposizione? È questo il modo in cui viene amministrato il servizio sanitario?", ha denunciato Memoria Antifascista. Il Policlinico ha subito chiarito la propria "estraneità" al "raduno neofascista", spiegando che "per tradizione il 1° novembre ricorda i benefattori" dell’ospedale e tra alcune centinaia di tombe su cui fa deporre fiori in diversi cimiteri c’è la numero 127 del Campo X, ove riposa dal 1968 Giuseppina Cassi vedova Grilli e di cui la Ca’ Granda ha obbligo di manutenzione in quanto beneficiaria dell’eredità di sua figlia Teresina, morta nell’85. "Il mazzo col marchio dell’ospedale era in origine posizionato sulla tomba Cassi Grilli. Ad altri gesti il Policlinico è totalmente estraneo". Giulia Bonezzi
Nicola Palma