di Laura Lana
Come l’anno scorso, nel rispetto delle norme di sicurezza, tutte le vittime dell’amianto saranno ricordate dal Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio con una manifestazione "statica". Nessun corteo, sabato alle 16 ci sarà un presidio in via Carducci, dove saranno deposti i fiori alla lapide posta dagli operai delle fabbriche sestesi nel 1997. "Non possiamo più tollerare che l’Italia continui a essere il Paese delle stragi operaie e ambientali impunite: ponti che crollano, disastri ambientali, inondazioni, terremoti e altro ancora - commenta il portavoce del comitato Michele Michelino, ex operaio Breda -. Oggi, accanto alle stragi dovute alla malasanità, ai tumori professionali e ambientali, a tutte le patologie dovute all’inquinamento, si aggiungono le decine di migliaia di vittime del Covid-19 e di una sanità pubblica smantellata negli ultimi anni". Come lo scorso anno, la manifestazione sarà dedicata anche alle nuove vittime del lavoro: infermieri, medici, personale sanitario in genere, che hanno perso la vita in questi mesi. La lista interminabile resta quella dei morti d’amianto. "Sono passati 28 anni da quando l’Italia ha messo al bando la fibra killer, ma siamo ancora uno dei Paesi al mondo maggiormente colpiti dall’epidemia di malattie amianto-correlate - ricorda Michelino -. Ogni anno le vittime dell’amianto sono circa 6mila: 3.600 per tumore polmonare, 600 per asbestosi, 1.800 per mesotelioma, un tipo di cancro molto aggressivo che colpisce la pleura e altre membrane". L’amianto ha ucciso, uccide e continuerà a uccidere ancora, "perché i tumori che causa ci mettono decenni a manifestarsi e il loro picco è previsto tra il 2025 e il 2030". Problema del presente e non del futuro. "In Italia sono ancora circa 370mila le strutture che contengono eternit: per lo più edifici privati ma anche industriali e pubblici". La.La.