DANIELE DE SALVO
Cronaca

Nessuna anomalia, fatale un malore

Il computerino del sub Claudio Muratori, annegato nel Lario, non ha segnalato problemi all’attrezzatura

di Daniele De Salvo

Claudio aveva un cuore grande, che batteva forte per sua moglie, suo figlio, i suoi giovani allievi di Qwan Ki Do e per chiunque avesse bisogno di aiuto. Il suo grande cuore però lo ha tradito, nel momento e nel posto peggiori. È probabilmente morto per un infarto o un malore fatale Claudio Muratori, il sub di 58 anni di Cambiago che martedì pomeriggio è annegato nelle acque del lago di Como al Moregallo, sponda occidentale di Mandello del Lario. Stava risalendo da un’immersione in profondità, gli mancava meno di una mezza dozzina di metri per tornare a galla, ma si è sentito male all’improvviso, senza possibilità di scampo.

Il suo computerino non avrebbe evidenziato anomalie né alla strumentazione né alla miscela d’aria e neppure nei tempi di risalita. Claudio del resto era un sub capace e meticoloso, abilitato con diversi brevetti. Oltre alla subacquea era esperto di Qwan Ki Do, un’arte marziale in stile cino-vietnamita di cui era istruttore e formatore: la insegnava agli atleti dell’asd Qwan Ki Do Argentia di Gorgonzola, soprattutto ai più piccoli.

"Era sempre disponibile e generoso, abbiamo perso un fratello maggiore", lo ricordano dall’associazione di cui era volontario.

Claudio Muratori è il terzo sub in tre mesi, almeno l’ottavo negli ultimi anni, a perdere la vita al Moregallo, una sorta di mecca per i sommozzatori che lì, negli abissi del Lario, possono ammirare una necropoli di auto, rottami e altri relitti sommersi a oltre 60 metri di profondità. Poi ci sono i molti altri che alla morte sono riusciti a scampare in extremis, trascinati a riva dai compagni di immersione o dai soccorritori.

Sono tanti, troppi, anche rispetto al numero elevato di sub che in quel punto si tuffano. "Dopo questi ultimi eventi dolorosi chiedo a tutti i sommozzatori se siano veramente a conoscenza dei rischi che si corrono sott’acqua – domanda Diego Crippa, istruttore subacqueo, tra i decani del Moregallo –. Il rischio a volte è la nostra vita. Non è una polemica, è ciò che amo e non vorrei più vedere persone lasciarci nel nostro gruppo e nella subacquea".