GIULIA BONEZZI
Cronaca

Neuropsichiatria infantile Da Baggio al Giambellino "I servizi per i ragazzi non vadano in ospedale"

L’appello dei Municipi 6 e 7 alla Commissione sanità del Pirellone. L’Asst dei Santi: progetto per tamponare la carenza di medici. L’Ats: la domanda è drammatica, serve impegno di tutta la società.

Neuropsichiatria infantile Da Baggio al Giambellino "I servizi per i ragazzi non vadano in ospedale"

di Giulia Bonezzi

Le Uonpia di via Val d’Intelvi e di via Remo La Valle, strutture territoriali di Neuropsichiatria e psicologia dell’infanzia e dell’adolescenza, rischiano di chiudere a Baggio e al Giambellino per essere accorpate in una palazzina dell’ospedale San Carlo. Lo prevede una delibera che il 24 aprile ha cancellato i dubbi che un anno fa avevano indotto la Regione a rinviare il finanziamento per adeguare l’ex convitto ospedaliero al trasferimento dei servizi da quartieri abitati "da famiglie fragili economicamente e socialmente", denuncia Manuel Sciurba, vicepresidente del Municipio 7 che ieri con la presidente Silvia Fossati e il presidente del Municipio 6 Santo Minniti ha chiesto alla Commissione Sanità del Pirellone e all’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso di fare "un passo indietro" ed esposto le ragioni di una battaglia che, assicura Minniti, "non finisce qui". Hanno raccolto più di duemila firme tra cittadini, parrocchie, scuole e associazioni che intorno alle Uonpia hanno cortruito reti per intercettare "molti ragazzi nati con un peso sulle spalle, per cui il servizio pubblico è l’unica speranza ma ci arrivano solo se è vicino e qualcuno li accompagna". L’accorpamento dei servizi in ospedale rischia di aggravare una situazione che già vede "liste d’attesa fino a due anni", raccontata nella lettera aperta di una mamma di Baggio, la cui figlia tredicenne, con gravi problemi, ha perso anche quel minimo d’assistenza ottenuto dopo un’odissea col trasferimento della sua neuropsichiatra e il pensionamento della collega.

Giorgio Cattaneo, direttore sociosanitario dell’Asst Santi Paolo e Carlo titolare delle strutture, ribatte che lo scopo "non è risparmiare" ma "dare respiro a sei servizi" coinvolti nel progetto, che prevede il trasferimento del Saga (Servizio di accompagnamento alla genitorialità in adolescenza) e del Day Hospital di Psichiatria dal San Carlo rispettivamente accanto al consultorio di via La Valle e al Cps di Val d’Intelvi, ora gravato da "barriere architettoniche". Enumera i metri quadri che saranno a disposizione delle Uonpia in ospedale e nega che si tratti di un accorpamento, mentre il suo direttore generale Matteo Stocco ammette che il piano, che dovrebbe andare a dama a fine 2024, risponde alla "carenza cronica di neuropsichiatri dell’infanzia, abbiamo fatto decine di bandi ma anche l’ultimo è andato deserto. Vogliamo mettere insieme le due équipe per aumentare gli orari e la capacità di reazione in una struttura ospedaliera: la gravità dei casi è in aumento, c’è grande pressione sul nostro reparto di Neuropsichiatria infantile, l’unico in tutta la Città metropolitana".

Che si trova all’ospedale San Paolo, osserva la consigliera regionale del Pd Carmela Rozza: "Ci raccontano una riorganizzazione senza dire quali sarebbero i benefici: si accorceranno le liste d’attesa? Più bambini e ragazzi avranno accesso ai servizi?". "È il solito gioco delle tre carte", concorda il capogruppo dei 5 Stelle Nicola Di Marco. Il direttore generale dell’Ats Metropolitana Walter Bergamaschi inquadra il problema: un conto è la coerenza con gli standard nazionali, e in questo caso sia Milano, con 19 poli territoriali, che i Municipi 6 e 7 che ne hanno oggi 3 ciascuno cioè più di altri cinque Municipi cittadini, sono al di sopra, anche se scendono "appena sotto" quando si valuta il numero degli operatori. Un altro conto però è "il bisogno", che "cresce in maniera esponenziale senza seguire alcun criterio epidemiologico classico".

Lo documentano i ricoveri di minori in Neuropsichiatrie per adulti o fuori regione (gli under 18, oltre agli otto posti del San Paolo, hanno a disposizione solo due reparti di neurologia e due letti di Pediatria del Policlinico; l’anno prossimo dovrebbe aprire un altro reparto all’ospedale di Cinisello), l’aumento degli accessi in codice giallo o rosso ai pronto soccorso, i 25 mila utenti dei servizi di Neuropsichiatria infantile a Milano, uno spaventoso 10% sui 241 mila minori tra uno e 18 anni residenti in città. E lo testimoniano in commissione padre Vincenzo dell’Oratorio Murialdo del Giambellino e Silvia Gilioli, che insegna alla primaria Narcisi: "Il Covid ha cambiato tutto, c’è stato un aumento drastico anche dei tentati suicidi. Anche le famiglie che possono permettersi una diagnosi privatamente non possono sostenere la terapia". Una domanda "drammatica - dice Bergamaschi -, che richiede uno sforzo della società, e non solo della sanità".