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“No a Berlusconi nel Famedio di Milano”: lanciata la petizione online. Raccolte centinaia di firme al primo giorno

Tra i firmatari la moglie e la figlia di Saverio Borrelli e la scuola di formazione Antonino Caponnetto

Silvio Berlusconi è morto il 12 giugno 2023

Tiene ancora banco la polemica sull’iscrizione di Silvio Berlusconi al Famedio di Milano. Il partito del “no” sta facendo fronte comune dopo la decisione di Palazzo Marino di inserire l’ex Presidente del Consiglio nel ristretto elenco dei grandi di Milano passati a miglior vita e degni di una sepoltura o di una intitolazione speciale, nell’edificio del Famedio appunto, al cimitero Monumentale e con cerimonia pubblica. Oggi, martedì 10 ottobre, è stata lanciata una petizione online su change.org per fermare l’iniziativa.

I promotori di “Berlusconi al Famedio? Not in my name” sono tanti e hanno già raccolto 600 firme: la Scuola di Formazione Antonino Caponnetto insieme a Maria Grazia Pini Prato e Federica Borrelli, vedova e figlia del procuratore Francesco Saverio Borrelli, Chicca Domeneghetti, moglie di Carlo Smuraglia, Simonetta e Silvia Lagorio, figlie di Gina Lagorio, Tiziana Pesce, figlia di Giovanni Pesce, Cristian Iosa, figlio di Antonio Iosa, Paolo Setti Carraro, figlio di Maria Antonietta Carraro in Setti.

La motivazione

“Noi pensiamo - si legge nella petizione - che una onorificenza civile debba essere concessa solo a chi ha una alta reputazione civico-etica: per questo crediamo che il significato morale del Famedio sia in contrasto con la storia di Berlusconi”.

Se non si possono negare fama e successi dell'ex premier, "vi è tuttavia una fondamentale pregiudiziale etica e civica che quando si conferiscono questi onori in nome di un popolo non può a nostro avviso essere ignorata. In questo caso essa scaturisce dal lungo elenco di vicende (non solo penali) che hanno notoriamente appannato il profilo del personaggio. Il quale, beninteso, non va demonizzato dopo la morte ma neanche può essere santificato a dispetto della storia”. “Pensiamo solo che un'alta onorificenza civile chieda come fondamento un'altrettanta alta reputazione civico-morale. Questa condizione è esclusa nel caso di specie, per le ragioni a tutti note in Italia e all'estero. Perciò - ha aggiunto - esprimiamo il nostro dissenso rispetto a questa decisione che mette in crisi il prestigio e il senso stesso del Famedio e contraddice i principi che ispirano il Regolamento per la scelta degli inserimenti”. Tra le prime firme quelle di Sandra Bonsanti, presidente emerita Libertà e Giustizia e dello scrittore Corrado Stajano.