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Rendering della Beic, il maxi progetto finito al centro dell’inchiesta della Pocura
Poteva andare peggio per l’archistar Stefano Boeri, padre del pluripremiato “Bosco Verticale“ e pure per Cino Zucchi, architetto altrettanto noto, stando almeno alla dichiarazione “a caldo“ di Boeri: "Sono molto sollevato per la decisione del giudice per le indagini preliminari Luigi Iannelli che ha escluso per me la richiesta di arresti domiciliari". Sollevato, si dice, anche per le conseguenza che avranno le sole interdittive disposte dal gip, misure più lieve rispetto ai domiciliari: il divieto di far parte delle commissioni giudicatrici nei concorsi pubblici per un anno e il divieto di concludere contratti con la pubblica amministrazione, salvo che per ottenere prestazioni di pubblico servizio, per la durata di un anno.
"Ciò mi permette – scrive Boeri in una nota – di proseguire il mio lavoro di architetto e anche di portare a termine l’incarico di presidente di Triennale e di docente del Politecnico di Milano". Non lascerà quindi alcun incarico e si dice "preoccupato" per i danni che questa indagine potrà portare alla sua carriera futura. "Ribadisco la mia piena fiducia nel lavoro della magistratura – precisa Boeri, difeso dal “principe del foro“ Francesco Mucciarelli – e non vedo l’ora di poter chiarire ulteriormente la mia posizione (già chiarita, almeno in parte, nell’interrogatorio preventivo reso il 4 febbario). Non nascondo però la mia inquietudine per tutto quello che ho subito in queste settimane e anche per i danni irreversibili generati alla mia vita privata e professionale".
Per Cino Zucchi, assistito dall’avvocato Giovanni Bellingardi, "le persone che conoscono il mio rigore, passato e presente, possono comprendere il mio estremo sconcerto nel sentire le accuse a me rivolte nell’indagine e il risalto mediatico dato alle stesse". Come prosegue ora l’iter giudiziario? Le difese i faranno quasi sicuramente ricorso al Riesame.
Secondo le indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, coordinate dall’aggiunta Tiziana Siciliano e dai pm Filippini, Serafini e Clerici, Boeri e Zucchi, presidente e componente della commissione del concorso per la progettazione della Biblioteca europea di informazione e cultura (Beic), non avrebbero dichiarato i conflitti di interesse, accademici e professionali, che li legavano al team vincitore. E anzi ci sarebbero stati "inequivocabili accordi", documentati da chat, per assegnare, nel luglio 2022, quella gara indetta dal Comune.
I reati di turbativa e falso contestati dai pm sono stati riconosciuti nelle 66 pagine dell’ordinanza del gip, che già in prima battuta, bocciando la richiesta di domiciliari, aveva escluso il pericolo di inquinamento probatorio, ma ha ritenuto ora sussistente quello di reiterazione dei reati. Per il giudice, sia Boeri che Zucchi nel pilotare la gara hanno avuto un comportamento molto disinvolto, quasi "proprietario" rispetto alle regole.