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Cronaca

Metrò e bus: niente aumento del biglietto. Ma adesso è caccia ai fondi

L’assemblea dell’Agenzia del Tpl si riunirà a fine mese per decidere come procedere: i soci chiamati a individuare risorse per neutralizzare il ritocco. Sullo sfondo lite tra Comune di Milano e Regione

L'aumento del biglietto è stato evitato

L'aumento del biglietto è stato evitato

Milano – L’assemblea dell’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale competente per le province di Milano, Monza, Lodi e Pavia ha condiviso la volontà del Comune di Milano di non procedere all’ennesimo adeguamento delle tariffe dei mezzi pubblici, un adeguamento che sarebbe potuto scattare già a settembre. Un esito diverso da quello dell’estate scorsa: allora gli adeguamenti furono approvati e a Milano il biglietto Atm passò da 2 a 2,20 euro.

Unanimità

Un esito in parte prevedibile: Palazzo Marino, per il tramite di Arianna Censi, assessora comunale alla Mobilità, nelle scorse settimane aveva dichiarato più volte la contrarietà all’edizione 2023-2024 del rincaro. Meno scontato, però, che questa finisse per diventare, almeno per il momento, la posizione di tutte le amministrazioni pubbliche socie dell’Agenzia: dalla Regione Lombardia fino ai Comuni. Ma dietro le quinte della pax tariffaria le tensioni restano. Leggere per credere la nota di Franco Lucente, assessore lombardo ai Trasporti, riportata più avanti.

Il nodo indici Istat

L’antefatto, per chi se lo fosse perso, è presto detto: una legge regionale varata nel 2014 vieta a Regione e Comuni di ignorare la necessità di rincarare il prezzo dei titoli di viaggio del trasporto pubblico locale nella misura prevista dagli indici Istat, vale a dire gli indici che, in sintesi, misurano il trend dell’inflazione. La legge lascia alle amministrazioni pubbliche tre opzioni: rincarcare i titoli di viaggio, rincarare solo i titoli di viaggio occasionali e lasciare intatti gli abbonamenti (o viceversa) oppure non rincarare alcunché e tirar fuori di tasca propria i soldi che servono a coprire l’adeguamento Istat.

Caccia ai fondi

Ieri l’assemblea dell’Agenzia del TPL era chiamata a pronunciarsi in merito. Ed ha scelto di percorrere la soluzione numero tre: non procedere al rincaro e (provare a) coprirlo con fondi pubblici.

Per l’esattezza ieri non è stata formalizzata alcuna decisione: tutti i soci (dalla Regione ai Comuni, a partire da Palazzo Marino) hanno unanimemente concordato di rivedersi alla fine del mese in corso e, nel mentre, di approfondire, ciascuno per proprio conto, le possibilità di reperire fondi coi quali neutralizzare l’adeguamento delle tariffe. Binario alternativo: la richiesta al Governo di aumentare i fondi per i trasporti destinati a Milano e province associate.

Raccontato in numeri, il ritocco previsto per quest’anno era (ed è) del 3,21%, il che significa che il rincaro avrebbe dovuto portare introiti aggiuntivi per 14,1 milioni di euro, dato complessivo per tutte le province per le quali è competente l’Agenzia. Il dato relativo a Milano è pari alla metà: circa 7 milioni. Queste le somme da recuperare ora.

L’assessora comunale Censi

“Come mi ero impegnata a fare – commenta nel frattempo Censi –, in sede di assemblea dell’Agenzia del TPL, ho ribadito la totale contrarietà del Comune di Milano all’aumento del costo dei biglietti. Il trasporto pubblico rappresenta un fattore principale nella vita dei cittadini, anche per il contrasto ai cambiamenti climatici dei quali abbiamo avuto una prova evidente negli scorsi giorni.

La delibera di Regione Lombardia, secondo l’assessore Franco Lucente, è da applicare obbligatoriamente, e abbiamo registrato l’impossibilità da parte di Regione di sostenere i costi dell’adeguamento. Ho trovato largo consenso sulla necessità di proteggere gli utenti dagli aumenti, e quindi abbiamo deciso all’unanimità di aggiornare la riunione a fine agosto in attesa di una relazione tecnica riguardo alla ripartizione dei costi sugli enti coinvolti. Ho chiesto inoltre di sostenere con il Governo la necessità di aumento della quota del Fondo Nazionale Trasporti destinata a Regione Lombardia, con l’obiettivo di aumentare i contributi alle Agenzie del TPL e coprire così i costi dell’adeguamento Istat".

L’assessore regionale Lucente

“Nel corso della riunione – replica Lucente – ho ribadito che l’adeguamento tariffario deciso con delibera regionale è un atto dovuto. Mi preme chiarire che Regione Lombardia non ha alcuna intenzione di aumentare i costi per i viaggiatori: sono le stesse Agenzie che hanno la facoltà di valutare eventuali aumenti sui prezzi dei biglietti. Ricordo anche che Regione Lombardia detiene solo il 10% delle quote dell’Agenzia Tpl, mentre il socio di maggioranza relativa è il Comune di Milano. Eppure, è sempre e solo Regione Lombardia a investire ingenti risorse, come nessun’altra nel resto d’Italia.

Ecco perché chiedo che ognuno dei soci dell’Agenzia faccia la sua parte, in base alla quota di partecipazione. Basta tirare Regione per la giacchetta e sollecitarla unicamente quando servono soldi. Senza mai, peraltro, coinvolgerla negli aspetti programmatici e gestionali del trasporto pubblico locale".