ANNA GIORGI E FABRIZIO LUCIDI
Cronaca

Cash, escort e bamba: il mondo di Davide Lacerenza nelle intercettazioni alla Gintoneria

Milano, è lui stesso in uno squarcio di sincerità a raccontarsi: “Ma te lo vuoi mettere in quel cervello, io sono un drogato, io pippo la cocaina, io pippo la cocaina e tutte le putt...che stanno con me o sono già drogate...”

Stefania Nobile e Davide Lacerenza

Stefania Nobile e Davide Lacerenza

Milano, 6 marzo 2025 – Ognuno aveva il suo ruolo, nella galassia illegale della Gintoneria: c’è chi serviva coca (Davide Lacerenza: “Vuoi un pippotto? ...siamo ospitali qua...”) e badava che le “ragazze” spingessero i clienti a ordinare le bottiglie più costose, e chi si occupava - come il factotum Davide Ariganello - del Santo Graal dei tossicodipendenti dal colletto bianco, quel mix tra chetamina e Mdma passato alle cronache tra gossip e giudiziaria col nome di “coca rosa“.

Ma la mercanzia dipendeva dalle richieste dei clienti: bastava chiedere e si veniva accontentati, nel sistema perfettamente oliato messo in piedi da Lacerenza. Hashish (“fumelli”, li chiamano gli indagati al telefono), marijuana (rigorosamente “purple“). E i soldi, come la droga, scorrono a palate. Con interessi esorbitanti. Quando Ariganello parla con Lacerenza della “tipa di ieri”, ammette di averle venduto “la dose da 2 grammi e mezzo”. E “il capo“ si informa: “Quanto l’hai pagata 20?”. Il socio: “No, dalla svendita, ho fatto il 900 per cento...”.

Il cash

Cash chiama cash, in una ragnatela di amici veri e presunti, clienti che diventano trafficanti e viceversa. Quando Lacerenza cerca “fumello“ per le sue ragazze, chiede di quel “ragazzo biondo”, una vecchia conoscenza specializzata nel mercato di hashish e marijuana.

E il suo interlocutore risponde secco: “Spinge da matti...minchia è milionario lui. Si faceva pagare sempre in bitcoin, adesso sono arrivati a 70.000 euro l’uno”. I soldi, la droga. Droga come lasciapassare dell’amicizia, come quando Lacerenza - in uno stop alla girandola di escort, coca e affari - si mette a giocare a scacchi nel locale con un conoscente. Neppure il tempo di finire la prima partita e subito: “Fratè, vuoi un pippotto?”.

Ma anche disperazione umana, che di tanto in tanto affiora tra i deliri di onnipotenza. Lacerenza una sera si spaventa, e al telefono racconta: “Ho pagato il tavolo, mezz’ora e sono andato via che c’era la ragazzina che aveva il sangue dal naso...Righello gli ha dato la Tussi (coca rosa, ndr)...Questa scema l’ha pippata tutta, gli usciva il sangue, l’ha portata in braccio fuori...gli ha regalato 100 pannolini per il figlio. L’ho messa sotto la doccia fredda, non riuscivo a metterla a letto...(lei diceva) “Chiama l’ambulanza sto morendo, chiamami mia mamma“”.

Squarcio di sincerità 

E Lacerenza, mentre racconta, bestemmia. D’altronde, lo ammette lui stesso in uno squarcio di sincerità catturato dalle microspie: “Ma te lo vuoi mettere in quel cervello, io sono un drogato, io pippo la cocaina, io pippo la cocaina e tutte le putt...che stanno con me o sono già drogate, pippano anche loro, o le faccio iniziare a pippare io”. Perché, nella Suburra milanese, pietà l’è morta.

Contano solo i clienti speciali: ereditieri, imprenditori romagnoli o trentini basta che paghino, youtuber, giornalisti di gossip, influencer, e qualche rappresentante di seconda fila delle forze dell’ordine (come emerso dalle indagini). Un cliente per champagne pregiati, escort e “bamba“ in tre anni e mezzo ha versato oltre 641mila euro. Per tutti c’era un privé con la moquette rosa e un soppalco per il sesso a pagamento. Nel pacchetto bottiglie di pregio, coca ed escort. Previsto anche il servizio “delivery a casa“.

E per la fidanzata di Lacerenza - nel racconto intercettato della Nobile al telefono - tutto gratis. “Quella in una notte beve 5 bottiglie perché ne beve 5, ti rendi conto, e pippa l’anima di Cr..., ti fuma 40 canne in faccia”. Cronaca di uno sballo quotidiano comune dunque a tanti, dal “re“ Lacerenza in giù.

Wanna Marchi

Tanto che Wanna Marchi si scandalizza, nel racconto dell’ennesima folle serata fatto al figlio: “Davide davanti a Nicola, sai quello dei panettoni,...ha tirato fuori la droga e l’ha fatta davanti a me, io ho avuto una crisi Maurizio, mi sono messa a piangere, proprio ho detto no, questo io non me lo merito“”.

E ancora: “Lui l’ha tirata fuori dalla tasca e l’ha fatta davanti a me guardandomi, allora io...gli ho detto “ti dovresti vergognare meriti solo la morte, devi morire, porco, davanti a tutti ho detto”.

L’indagine

Intanto, l’inchiesta va avanti. Emesso un decreto di sequestro che ha colpito il locale e il privé per una cifra di 900 mila euro. L’ipotesi degli investigatori è che gran parte del denaro ricavato dagli affari illeciti sia finita all’estero, anche con investimenti in Albania, dove Stefania Nobile, ex di Lacerenza ma ancora compagna d’affari, figlia di Wanna Marchi, dopo aver espiato la condanna definitiva per la truffa del “sale antimalocchio“ e dello “scioglipancia“, dal 2013 si è rifatta una vita: ha cominciato un’attività come imprenditrice nella ristorazione e, portando con sé la madre, ha ripreso a vivere nel lusso. Ed è proprio lì che, per inquirenti e investigatori, sarebbero stati reimpiegati i proventi - circa 900 mila euro - dell’autoriciclaggio contestato assieme al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione e alla detenzione e spaccio, reato questo di cui la Nobile non risponde.

I testimoni

E mentre l’inchiesta va avanti con le audizioni dei clienti e con le Fiamme Gialle impegnate nella caccia al denaro frutto dell’attività illecita contestata, il gip Alessandra Di Fazio ha fissato per il 11 marzo gli interrogatori di garanzia. “Escludo totalmente che Stefania Nobile abbia favorito o sfruttato la prostituzione, anche perché, stando alla stessa imputazione, lei non ha dato alcun apporto diretto né ha ricevuto lucri diretti”, ha spiegato l’avvocato Liborio Cataliotti, che ha chiarito che a Nobile non è stata applicata la misura per fatti di droga e che l’accusa relativa alla prostituzione le viene imputata “perché i proventi sono andati alla società di cui lei è ritenuta amministratrice di fatto”. E ha preannunciato immediata istanza al Riesame contro l’arresto.