Milano – Cristina Carrera è cresciuta in piazza Napoli, quando è andata a vivere da sola si è spostata poco lontano, in un appartamento in affitto in via Solari dove ha abitato per anni. E ora, all’età di 50 anni, è stata costretta a trasferirsi fuori città, a Corsico. "Amo Milano e quando sono andata via mi piangeva il cuore – racconta –. Purtroppo è stata una scelta obbligata, dovuta ai costi della casa. Questa è diventata una città solo per chi ha i soldi e per i turisti, e in questo generale peggioramento delle condizioni ha giocato un ruolo anche il boom degli affitti brevi, perché chi ha un appartamento libero preferisce metterlo su Airbnb. Mia madre era casalinga e mio padre con il suo lavoro da piccolo artigiano riusciva a mantenere dignitosamente due figli, adesso sarebbe impossibile". Cristina è uno dei milanesi spinti fuori città. Ha un lavoro stabile, fisioterapista all’Asst Santi Paolo e Carlo, ma lo stipendio di circa 1600 euro al mese è incompatibile con il costo della vita.
"Ho dovuto lasciare l’appartamento in via Solari, dove pagavo circa 650 euro al mese spese comprese, perché la proprietaria ha deciso di metterlo in vendita – racconta Cristina – e cercando una nuova casa mi sono trovata in una giungla, perché i prezzi nel corso degli anni sono esplosi. Mi offrivano “loculi“ di 25 metri quadrati per 800-900 euro al mese, ex portinerie riadattate con bagni senza neanche il bidet, addirittura mi è stato proposto di andare in una casa in condivisione con altra gente, all’età di 50 anni. Ho cercato invano di entrare in una casa popolare, mi sono iscritta alla piattaforma del Comune Milano Abitare, creata per mettere in contatto chi cerca casa con proprietari di alloggi disposti ad applicare affitti accessibili. Non mi ha mai chiamato nessuno".
Ha scelto quindi di spostarsi a Corsico, dove ha acquistato un appartamento di 38 metri quadrati. "Pago 750 euro al mese di mutuo – spiega – ma almeno ho una casa di proprietà. Vado al lavoro con i mezzi perché non posso permettermi la macchina. Le vacanze? Al massimo quattro o cinque giorni a giugno. Anche le mie colleghe abitano fuori Milano. La città dove sono nata e cresciuta è diventata inaccessibile – conclude – e il Comune dovrebbe intervenire con misure efficaci e concrete per invertire questa tendenza".
Giuseppe Marulli, invece, è nato e cresciuto in Puglia. Si è trasferito a Milano nel 2011, dopo aver trovato lavoro in Autoguidovie. Nel 2014 è stato assunto da Atm, come autista dei bus di linea. "Quando sono arrivato a Milano pagavo 600 euro di affitto in zona Rogoredo – racconta – poi ho comprato casa a Melegnano, con un mutuo di 550 euro al mese. Vivere a Milano, con i figli da mantenere, lo stipendio che abbiamo e le spese che nel frattempo sono schizzate alle stelle, sarebbe impossibile. Vedo tanti ragazzi che vengono assunti da Atm, si trasferiscono a Milano e si licenziano dopo il primo mese, proprio perché il costo della casa e le spese essenziali erodono tutto lo stipendio. La soluzione sarebbe alzare i salari, adeguarli al costo della vita".
Solo l’affitto, infatti, assorbe il 60-70% dello stipendio di lavoratori che guadagnano 1300-1500 euro al mese. "Governo e Regione Lombardia – sottolinea il segretario generale della Uil Milano e Lombardia Enrico Vizza – devono mettere in campo un piano casa per i lavoratori per contrastare un disagio abitativo che va affrontato con misure strutturali e con una visione di lunga durata attraverso investimenti pubblici e interventi urbanistici non speculativi, favorendo canoni di affitto calmierati e l’acquisto sostenibile". Il sindacato ha messo sul tavolo una piattaforma di proposte, che parte da un’analisi curata da Giorgio Goggi, architetto ed ex assessore alla Mobilità del Comune di Milano: punta il dito anche sul boom degli affitti brevi e degli alloggi per studenti "ricavati spesso dopo aver svuotato un intero edificio residenziale". E così si assiste a una "fuga da Milano delle classi a medio e basso reddito, discriminate dal costo degli affitti, che però tornano come pendolari". La sfida, per i Comuni, è trovare gli strumenti per garantire abitazioni a prezzi accessibili, e una leva possono essere "i Pgt con interventi sovracomunali a visione decennale".