
Giacigli dei disperati sotto i portici
Milano, 13 ottobre 2017 - Giacigli sotto il portico. Carrelli stracolmi. Toilette a cielo aperto. Roulotte in sosta. «Siamo esasperati». Il grido d’aiuto è di commercianti e residenti di via Murat e dinorni, zona Maciachini, assediati da nomadi che si accampano a ridosso di vetrine e portoni tutte le notti. «Non ne possiamo più. Al mattino presto dobbiamo evitare di passare accanto a gente sdraiata a terra, con piumoni e coperte. Questi accampamenti stanno svalutando la zona: chi ha comprato casa si è pentito«, comincia Lidia Procopiscena, abitante. A puntare il dito contro gli accampamenti fai da te sono soprattutto i commercianti che si trovano a dover fare i conti con i mini insediamenti abusivi a pochi passi dai negozi: «Questa gente arriva fin dalla sera, e da quel momento il passaggio di clienti si azzera o quasi. Al mattino la pulizia è d’obbligo: c’è una persona incaricata, quanto ci costa? Per correre ai ripari sono stati messi dei cancelli laterali ma il problema resta», sottolinea Gaia Qiuxiao, commerciante.
L’assessore alla Sicurezza del Municipio 9 Andrea Pellegrini (Lega) ha inviato numerose email per chiedere interventi, l’ultima indirizzata pure al sindaco Sala, evidenziando che «da alcune indiscrezioni di cittadini sembrerebbe che i nomadi accampati sotto i portici siano oggetto di sfruttamento e pertanto costretti a chiedere l’elemosina di giorno. Inoltre c’è il forte sospetto che gli stessi versino del denaro per «l’assegnazione« del posto letto». Fatti da verificare. «Chiedo di individuare una soluzione ai senzatetto e di provvedere al ripristino delle condizioni igienico sanitarie e di decoro dell’area». Pellegrini anticipa che «alla prossima giunta municipale chiederemo di intervenire sulla base del decreto Minniti, con daspo urbano». La replica dell’assessore alla Sicurezza Carmela Rozza non si fa attendere: «La polizia locale è intervenuta diverse volte in via Murat (sette da luglio, ndr), l’ultima mercoledì. Ed è un’area che continuerà a essere sotto controllo. Vorrei però fare una distinzione tra coloro che hanno a cuore la risoluzione dei problemi e chi invece preferisce intasare le email dei lavoratori del Comune. Qualsiasi presidente di Municipio sa che basta mandare un messaggio sulla presenza di carovane di nomadi per far intervenire la polizia locale in breve tempo. Mandare invece email a 25 indirizzi diversi, scelti quasi a caso, comporta solo un’immensa dispersione di energie per tutte le persone che la ricevono, allungando inutilmente i tempi di intervento».