ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Via Bolla, residenti esasperati: "Noi, ostaggi dei rom. Questo è l’inferno in terra"

Racket, occupazioni e raid notturni. "L’unica soluzione sarebbe la fuga ma non abbiamo né i soldi né la forza"

Rom in via Bolla

Milano, 3 giugno 2017 - Vivono nel terrore, gli italiani del palazzo di via Bolla, al 38. Se accettano di parlare di fronte a un taccuino è solo con la garanzia dell’anonimato. «Temiamo per la nostra incolumità», sospira uno dei venti residenti in regola dello stabile di edilizia popolare che sorge nel Gallaratese. Dei 40 appartamenti su cinque piani, la metà sarebbe occupata abusivamente da rom. In cortile, sulle scale e sui pianerottoli, e seduti sulle panchine, si incrociano solo nomadi. Dal parcheggio sfrecciano auto di grossa cilindrata con targa romena. Per parlare con un italiano bisogna salire le scale, guardare il cognome scritto sulla porta e provare a suonare. «Perché non esco in una bella giornata di giugno? E chi ha voglia – si sfoga un anziano – ormai è “terra” loro. Io sono distrutto. Non dormo più a causa dei rumori di notte. Di giorno ci intossicano coi fumi che sprigionano dal barbecue nel cortile interno, dove hanno messo pure un tavolo. Come se fosse tutto di loro proprietà: dentro e fuori».

SENZA LEGGE Sopra,  bambini lasciati in strada ore e ore; a destra, un lampione pubblico sradicato; a sinistra, immagine del cortile inviata  da un inquilino lettore del Giorno
SENZA LEGGE Sopra, bambini lasciati in strada ore e ore; a destra, un lampione pubblico sradicato; a sinistra, immagine del cortile inviata da un inquilino lettore del Giorno

econdo il racconto dei «regolari» la situazione si replica - tragicamente uguale - nelle case popolari di tutta la via. In totale ci sarebbero «250 occupazioni abusive in via Bolla». Un tempo l’abusivismo era affare gestito da marocchini, prima ancora dagli italiani. «Qui di africani non c’è più traccia da tempo. Potevano scappare e l’hanno fatto. Chi gestisce il racket ora sono basisti rom che avvertono quando un appartamento si libera, per morte o trasferimento dell’inquilino, e con tempismo perfetto lo fanno occupare da parenti o amici». «L’unica soluzione sarebbe la fuga. Non ho più fiducia nelle mediazioni “politicamente corrette”. Ma siamo tutte persone di una certa età, sole e malate, senza soldi né forza per il trasloco. Ci tocca vivere l’inferno in terra, senza avere colpe» bisbiglia un uomo, prima di rinchiudersi in casa a doppia mandata.