
Milano, proposta di dedicare alcune vie alle donne
Milano, 8 ottobre 2015 - A Parigi, per qualche ora, strade, piazze e ponti intitolati a illustri personaggi uomini sono stati ribattezzati con un blitz “in gonnella”. Succedeva lo scorso agosto: le targhe sono state ricoperte con nomi di donne celebri. Scrittrici, artiste, navigatrici. Idea di Osez le Féminisme, per rivendicare il ruolo delle donne che hanno contribuito a rendere grande la città. E anche a Milano c’è chi si batte affinché sempre più luoghi pubblici siano intitolati alle donne. «A guardare le targhe della città, sembra che le grandi imprese siano state compiute solo da uomini. Ma non è così», dicono le rappresentanti dell’associazione Toponomastica femminile, sede milanese. «Ci vuole equilibrio». Venerdì 16 ne parleranno al primo convegno organizzato in città sull’argomento, a Palazzo Reale, dalle 8.30. Titolo: “In nome delle donne”. Per ora, stando a quanto comunicato, il numero di strade, piazze e giardini intitolati a rappresentanti illustri del gentil sesso si ferma al 4%, occhio e croce. «Troppo poco». Anche perché i personaggi di riferimento non mancano. Qualche esempio? Ersilia Bronzini Majno, che nel 1902 fondò l’Asilo Mariuccia (a tal proposito, è stata organizzata una petizione su Change.org che ha raggiunto quasi 800 firme), «oppure Alba Dell’Acqua, impegnata nella lotta partigiana e poi nella scuola», dice Nadia Boaretto, referente del gruppo milanese. L’associazione si dà da fare anche nelle scuole e a livello di ricerca: ha creato ad esempio l’archivio delle “prime donne”, cioè coloro che hanno affrontato una determinata attività per la prima volta, come Alfonsina Strada, che ha partecipato al Giro d’Italia nel 1924. E se le targhe scarseggiano, tantissimi sono i luoghi della memoria al femminile all’ombra della Madonnina. Si possono passare in rassegna seguendo gli itinerari ideati da Lorenza Minoli, sempre dell’associazione Toponomastica femminile. In occasione del convegno, chi vorrà potrà partecipare a una passeggiata speciale: si partirà da Palazzo Marino, dov’è nata Marianna de Leyva y Marino, la monaca di Monza.
In piazza San Fedele si racconterà di Regina della Scala, abile politica, e della “Madonna delle ballerine”. A Brera il ricordo sarà per Maria Teresa d’Austria. Ma anche le lavandaie dei Navigli meritano. E sono solo alcune tappe. «La civiltà passa anche da questo: intitolare strade alle donne non deve essere un’eccezione. Anzi, ci vuole un regolamento toponomastico per garantire la parità di genere anche sotto questo aspetto», commenta Anita Sonego, presidente della commissione Pari opportunità del Comune.