REDAZIONE MILANO

"Non abbiamo sentito gli spari, coperti dal rumore dei frigoriferi"

Omicidio a Cernusco sul Naviglio: sparatoria di fronte alla palestra Testudo. Tensione e dolore tra amici e conoscenti delle vittime.

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"Non abbiamo sentito gli spari. Probabilmente li hanno coperti i rumori dei macchinari. Poco dopo è iniziato il trambusto: ambulanze, pattuglie. C’era la macchina con la portiera aperta e il cadavere: si vedevano le gambe penzoloni. Poi hanno messo i teli". Si affacciano proprio sulla via Besozzi, di fronte all’ingresso della scuola di pugilato Testudo, le finestre dei capannoni di una storica azienda cernuschese di lavorazioni metalliche. Vista sul fatto di sangue, consumatosi in pochi istanti e senza frastuono. Così le ragazze di un supermarket del gelo che fa angolo proprio con la via, e il cui retro è a parete con la palestra all’esterno del quale tutto si è consumato. "Niente, non si è sentito niente. Vero che noi siamo chiusi qua dentro e i frigoriferi fanno rumore. Ma eravamo già qui da un pezzo". Una di loro aggiunge. "Il fatto è terribile. Ma mi spiace più di tutto per il titolare della palestra. Una persona bravissima, cortese, professionale. Non meritava quello che è successo oggi e questa pubblicità". La palestra Testudo si trovava sino a pochi anni fa poco lontano, in via Pasubio. Nel dopo covid il cambio di gestione e la nuova sede in via Besozzi. Attività nota e blasonata, insignita solo tre anni fa del titolo di società sportiva "miglior organizzatrice" sul territorio lombardo di eventi di promozione della boxe. "Merito del titolare - chiosa un cittadino in bicicletta - . Io comunque ho un’attività in via Pasubio, dove stavano anni fa. Diciamo che quando si sono trasferiti non mi sono dispiaciuto". Sino alla tarda mattinata tensione altissima dietro i cordoni delle forze dell’ordine, e i volti scioccati di tanti amici e conoscenti di vittima e presunto omicida. Magliette nere con loghi sportivi, abbracci e lacrime, moti di intolleranza verso i cronisti. Arriva su una Golf un nipote dell’ucciso. Blocca l’auto per strada, supera i cordoni, lo fermano i carabinieri e gli amici: "Stai calmo". Poi, graduale, l’arrivo di tanti curiosi. I nomi dei coinvolti ormai già noti. "Il morto non so chi fosse - così una ragazza, che si ferma qualche minuto con il fidanzato - ma l’altro si. C’è un bar della zona dove si guardano le partite dell’Inter. Lo vedevo lì".

Monica Autunno