LUIGI
Cronaca

Non c’è vaccino contro disoccupazione

Luigi

Corbani*

La strada della lotta contro il virus è ancora lunga e chi governa e anche i media avrebbero il dovere di parlare chiaro: la vaccinazione richiede tempo, sia per la produzione delle dosi necessarie sia per la quantità di persone da vaccinare, oltre venticinque milioni. In questi giorni, a Milano, è stata proposta la differenziazione degli orari delle scuole, dei negozi e degli uffici. Una misura, insieme al rafforzamento del trasporto pubblico, che doveva essere assunta già questa estate. Avevamo una estate intera per prepararci, quando tutte le previsioni davano per scontata una seconda ondata. Ora, finalmente, puntiamo a riaprire le scuole con qualche provvedimento di accompagnamento: una nuova chiusura sarebbe il fallimento del Paese. Sarà anche bene che si riprenda a organizzare i tracciamenti, per non perdere i contatti dei positivi e metterli in isolamento. Insomma, bisogna recuperare subito a tracciare, a testare e a trattare. Non c’è solo una prevista terza ondata, dobbiamo convivere con il virus e non bastano tutte le doverose misure che si chiedono alla responsabilità dei cittadini. Occorre che si tengano monitorate le singole situazioni e si intervenga con chiusure o limitazioni specifiche. Non è mai stato indicato dove, come e quando ci siano stati contagi nei musei, nei teatri, nei concerti, nei ristoranti, nei bar e per questo, non è più tollerabile la loro chiusura: per la loro riapertura Comuni e Regione devono al più presto adottare dei piani specifici. Anche perché lo Stato non può continuare a fare debiti con i ristori e gli infiniti bonus, e non c’è un vaccino contro la disoccupazione e le crisi aziendali, che colpiranno nella primavera questo Paese e la nostra città, a ridosso delle elezioni amministrative.

*Già presidente Cidim Comitato

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