ALESSANDRA ZANARDI
Cronaca

Non luoghi del Sud Milano. Fra alberghi fantasmi e capannoni industriali

Viaggio nelle aree dismesse dove, in attesa di un rilancio, regna degrado . Ex siti produttivi diventati rifugio di senzatetto o crocevia dello spaccio.

Viaggio nelle aree dismesse dove, in attesa di un rilancio, regna degrado . Ex siti produttivi diventati rifugio di senzatetto o crocevia dello spaccio.

Viaggio nelle aree dismesse dove, in attesa di un rilancio, regna degrado . Ex siti produttivi diventati rifugio di senzatetto o crocevia dello spaccio.

Capannoni industriali, vecchie cascine e alberghi-fantasma: sono questi i non-luoghi del Sud-Est Milanese, aree dismesse in attesa di un rilancio. Siti un tempo in attività, oggi ridotti a spazi spettrali, diventati talvolta anche rifugio di senzatetto, o crocevia dello spaccio di droga. Spicchi di territorio, il cui recupero dovrà necessariamente passare attraverso una sinergia tra le proprietà e gli enti locali.

L’ex cartiera Fabriano di Peschiera Borromeo è un’area industriale estesa per 70mila metri quadrati lungo via Liberazione, nel controviale della Paullese, a poca distanza dalla frazione di Bellaria. Al suo interno, capannoni, uffici e casa del custode. Il luogo, in disuso da 15 anni, porta i segni di una serie d’incursioni: forzature sulla recinzione esterna, graffiti, vetri in frantumi, resti di bivacchi e giacigli improvvisati. Più di una volta infatti l’ex fabbrica è stata teatro d’intrusioni. La più eclatante nell’ottobre 2011, quando al suo interno fu organizzato un rave party abusivo, purtroppo finito in tragedia. Durante il festino con musica a tutto volume, un ragazzo e una ragazza salirono sul tetto di uno dei capannoni, forse per veder sorgere l’alba. Il lucernario sul quale si trovavano cedette e uno dei due, Mattias Sperotti, allora 23enne, morì dopo essere precipitato di sotto. "L’augurio è che al più presto possa concretizzarsi un programma di recupero che, oltre a riqualificare il sito, rappresenti un’opportunità per la nostra città – auspica il sindaco di Peschiera, Andrea Coden -. Ribadiamo quanto già sostenuto in più occasioni, ossia che non vogliamo nuovi insediamenti logistici. Presenze in questo senso sarebbero troppo impattanti per l’abitato di Bellaria e la viabilità in generale".

A Riozzo, frazione di Cerro al Lambro, l’ex Saronio racconta di un passato di guerra e armi chimiche. Ancora contrassegnato da un grande arco con l’aquila fascista, il distaccamento militare della Saronio, industria di solventi e coloranti con base a Melegnano, produceva sostanze tossiche e gas asfissianti ad uso degli eserciti del Duce. Il sito, 45mila metri quadrati in capo a Demanio ed Esercito, è dismesso da quasi cinquant’anni. Ma il lascito delle lavorazioni di un tempo è ancora presente: nel terreno vi sono concentrazioni di arsenico e mercurio sopra i livelli standard. Dopo un lungo periodo di stallo, si spera che il 2025 sia l’anno decisivo per procedere alla caratterizzazione e alla bonifica del terreno. La demolizione degli edifici più ammalorati dovrebbe rappresentare, nelle intenzioni, il primo step per un risanamento. Per il futuro sono state avanzate varie ipotesi, dalla creazione di un museo della pace a quella di un bosco urbano. Ma, al momento, qualunque idea è prematura.

Nessuna novità per l’Amerìc, l’albergo-fantasma di Carpiano, la cui sagoma abbandonata contribuisce ad accentuare il degrado di una zona nota anche per la presenza di prostitute. L’edificio si trova lungo la Binasca, al confine col Pavese. "In passato si sono ipotizzate varie possibilità di recupero, da un ritorno dell’attività alberghiera alla creazione di attività commerciali: ad oggi, però, nulla si è concretizzato - spiega il sindaco di Carpiano, Loris Carmagnani -. Più volte il Comune ha dovuto sollecitare la proprietà ad una messa in sicurezza e un maggiore controllo dell’area, per arginarne il degrado. Ci auguriamo che si decida d’intervenire, in tempi ragionevoli, con un serio progetto di rilancio".

A San Giuliano resta in attesa di una riqualificazione la Cascina Sestogallo, grande area ex agricola al confine con San Donato, un tempo fervente di attività. Nel corso degli anni, la cascina è diventata rifugio di sbandati, contesto di spaccio, luogo ideale per lo sversamento abusivo di rifiuti. Ora il sito si presenta – per quanto possibile - in ordine, senza i cumuli d’immondizia che più volte ne hanno imbrattato il perimetro. E forse la costruenda strada di collegamento tra le frazioni di Civesio e Borgolombardo contribuirà a spezzare l’isolamento della zona e a rendere l’immobile appetibile per un’eventuale riconversione urbanistica.

Nel Sud Milano, a infoltire l’elenco dei siti dismessi ci sono anche vecchie chiese, mulini, palazzi d’epoca. Alcuni sono ormai così ammalorati che la demolizione appare l’unica strada percorribile per evitare crolli e problemi di sicurezza.