MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Non uno ma due immobili vicini. Il piano per spostare il Leonka dall’ex cartiera a via San Dionigi

Interesse anche per l’area al civico 119/A che prima ospitava una ditta di onoranze funebri. Sul bando pubblico l’incognita dei costi di bonifica. E resta aperto il nodo del risarcimento.

Sopra, a sinistra, il capannone al civico 117/A di via Dionigi. Al suo fianco, al 119/A, la ex sede di una ditta di onoranze funebri

Sopra, a sinistra, il capannone al civico 117/A di via Dionigi. Al suo fianco, al 119/A, la ex sede di una ditta di onoranze funebri

e Nicola Palma

Non un immobile, ma due. Uno di fianco all’altro. Non solo il capannone abbandonato di via San Dionigi 117/A, ma anche l’area accanto, al 119/A, in passato sede di una società di onoranze funebri specializzata nella realizzazione di lapidi (come dimostrano i pezzi di marmo e granito ancora visibili dietro il cancello) e ora chiusa da un lucchetto e libera da vincoli o contenziosi legali. Sono i due spazi lungo la strada che corre verso Chiaravalle, tra Porto di Mare e Rogoredo, che l’associazione "Mamme antifasciste del Leoncavallo" hanno inserito nella manifestazione d’interesse firmata dalla presidente Marina Boer e inviata martedì al sindaco Giuseppe Sala. Un passaggio fondamentale per avviare l’iter che dovrebbe portare al trasloco dall’ex cartiera di via Watteau, occupata abusivamente da più di trent’anni, e alla tanto agognata regolarizzazione del centro sociale.

Nella proposta progettuale di quattro pagine, che il Giorno ha visionato, si palesa l’intenzione di riproporre nella nuova sede le attività che hanno segnato la storia del Leonka: dall’accoglienza delle persone in difficoltà alla scuola di italiano per migranti; dall’attività ristorativa "volta alla valorizzazione di prodotti etici a chilometro zero" ai laboratori di teatro, fino alla programmazione "accessibile agli abitanti e alle realtà locali" di "concerti musicali, spettacoli, mostre, dibattiti, presentazioni di libri e film". Ora il prossimo passo spetta al Comune, che dovrà lanciare un bando pubblico per l’assegnazione degli edifici individuati, con l’obiettivo dichiarato di chiudere la partita entro l’estate. L’urgenza di trovare una soluzione definitiva è legata all’ultima sentenza del Tribunale civile, che lo scorso 9 ottobre ha condannato il Ministero dell’Interno a versare tre milioni di euro alla famiglia Cabassi, proprietaria dell’ex cartiera di Greco, per il mancato sgombero. Con una precisazione: le due questioni viaggiano su binari paralleli. Tradotto: a meno di accordi successivi tra le parti, il trasferimento del Leonka non eliminerà dal tavolo la questione del maxi-risarcimento.

Intanto, ieri mattina è andata in scena la centotrentunesima visita in vent’anni dell’ufficiale giudiziario, che si è presentato puntuale alle 10.30 in via Watteau per consegnare l’ordine di sfratto; ad attendere la notifica, in segno di solidarietà con il Leonka, c’erano circa duecento persone in presidio. Come da copione, tutto si è concluso nel giro di pochi minuti con un scontatissimo rinvio al 15 maggio. Per quella data, si spera, la procedura sarà già a buon punto, pur tenendo presente l’incognita delle spese per la ristrutturazione degli immobili di via San Dionigi e per l’eliminazione dell’amianto dal tetto.