Milano – Giornata milanese per il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ospite di un convegno al Palazzo di Giustizia e poi di un incontro a Palazzo Lombardia. “Entro il 2026 noi dobbiamo colmare questo vuoto di organico dei magistrati che da 50 anni ci trasciniamo, ce lo chiede l'Europa ma anche l'Italia” ha detto questa mattina presso il tribunale. Il tema ora, ha chiarito il ministro, è “comprimere questi tempi”, ossia ridurre i tempi dei concorsi per i magistrati, perché “non è possibile che debbano passare 5 anni tra la domanda e quando viene conferita la toga, non si può andare avanti così nel 2023”. Ora serve "colmare questi vuoti perché una volta tanto abbiamo le risorse per farlo”.
La consegna del sigillo di San Gerolamo
Al ministro oggi è stato consegnato, nel corso di un convegno nell'aula magna del Palazzo, dal presidente dell'Ordine degli avvocati milanesi Antonino La Lumia il simbolo dell'avvocatura, il “Sigillo di San Gerolamo”, e “per il suo impegno a favore dell'assegnazione a Milano della terza sede del Tribunale Unificato dei Brevetti”. “È stata una grande vittoria per Milano e per l'Italia” ha commentato.
Presunti dossieraggi: “Istituire commissione d’inchiesta”
Nordio è poi stato ospite di un evento a Palazzo Lombardia. Rispondendo a una domanda sull'inchiesta di Perugia sui presunti dossieraggi ha spiegato: "Ieri ho avuto un incontro con il ministro della Difesa Crosetto, con un informale scambio di opinioni” e “credo che a questo punto si possa e si debba riflettere sulla necessità dell'istituzione di una Commissione parlamentare d'Inchiesta”.
Caso Ilaria Salis
Sul caso della 39enne brianzola detenuta da un anno in Ungheria per Nordio dal punto di vista procedurale “è stata imboccata la strada giusta. Per un anno erano stati chiesti gli arresti domiciliari in Italia, cosa che non era consentita dalla procedura e dagli accordi internazionali”. Il ministro ha poi aggiunto che se i domiciliari saranno ottenuti “potremmo procedere con una richiesta per la trasformazione degli arresti domiciliari in Italia”.
"Ora sono stati chiesti gli arresti domiciliari all'autorità ungherese in Ungheria. L'autorità ungherese ovviamente è sovrana, come sarebbe la nostra se la richiesta fosse rivolta a noi, ma se fossero concessi gli arresti domiciliari in Ungheria - ha spiegato il ministro Nordio - allora sì, potremmo procedere con una richiesta per la trasformazione degli arresti domiciliari in Italia”. E questa è una “cosa che finora non si è potuta fare” perché la transizione dalla detenzione carceraria in Ungheria alla detenzione domiciliare in Italia “senza il transito con la detenzione domiciliare in Ungheria non era possibile. Quindi - ha concluso - dal punto di vista procedurale siamo in fase più avanzata”.