
I festeggiamenti in piazza Duomo a Milano nella notte di San Silvestro
Milano, 23 marzo 2025 – Sarà l’intelligenza artificiale ad andare in soccorso alle indagini della Squadra mobile e della procura sullo stupro di gruppo consumato l’ultima notte dell’anno in piazza Duomo. Con questa nuova tecnica gli investigatori, che stanno lavorando alle immagini raccolte dai primi giorni di gennaio, cercheranno di ricostruire un contorno più definito delle persone indicate dalle vittime come appartenenti a un gruppo di possibili autori del reato. Anche partendo da un modello di giacca o di abbigliamento, stando a quello che hanno spiegato gli investigatori, con l’intelligenza artificiale si può cercare di isolare un individuo e sperare di restituirgli una identità tra la folla.
Questo aiuterebbe le indagini sulle quali la pm Alessia Menegazzo e l’aggiunto Letizia Mannella ripongono molta fiducia che si arrivi presto a una definizione, ma fin da subito si sono mostrate complesse per la folla di persone che gremiva la piazza di Capodanno. La deposizione delle vittime è servita anche ad avere l’indicazione esatta del punto in cui sono avvenute le terribili violenze. Le immagini, oltre alle tante registrate dalla videosorveglianza in Galleria, si sono rivelate utili per ricostruire il puzzle di cosa è successo quella notte. Tutte le deposizioni raccolte sono concordi nell’indicare lo stesso luogo dell’abuso ripreso dalla videosorveglianza in maniera piuttosto nitida. E per portare avanti le identificazioni degli aggressori è stata utile anche la descrizione dell’abbigliamento, l’analisi dei filmati e la localizzazione dei telefoni. Oltre al lavoro in corso su software specifici di riconoscimento facciale.
La Procura sta indagando su almeno sette casi certi, tra cui pure quello di una coppia di inglesi. Tre le denunce finora raccolte dalle pm milanesi, c’è quella della studentessa belga, la prima a parlare coi media, lo ha fatto anche a nome di 5 amici e di un’avvocata lombarda, oltre alla querela della ragazza emiliana e del suo fidanzato. Per la Procura è sufficiente accertare la presenza sul luogo dei giovani, anche per fare “muro”, istigare alle violenze del “branco” e nasconderle alla vista, per contestare il reato di violenza sessuale di gruppo, come concorso “consapevole”.
Tre anni fa i colpevoli furono tutti condannati a pene comprese fra i tre e i cinque anni. Nella notte tra il 31 dicembre del 2021 e il primo gennaio del 2022 nove ragazze furono stuprate proprio in piazza Duomo da una trentina di giovani stranieri. E la modalità sembra ancora la stessa. Allora come oggi si parla di “taharrush jamea“, espressione in lingua araba che significa “molestia collettiva”: un’aggressione sessuale di massa nei confronti di una donna, che può anche sfociare nello stupro. La pratica è stata documentata per la prima volta in Egitto nel 2005, quando fu utilizzata dalle forze dell’ordine come strumento di repressione contro le donne che protestavano al Cairo a piazza Tahrir. Approccio gentile che si fa invadente per distrarre la vittima, poi un “muro“ di uomini che danno le spalle alla ragazza per nascondere l’assalto del branco che diventa violenza sessuale quando la trentina di uomini spintonano, palpeggiano, strappano i vestiti e graffiano, lasciando la vittima nuda e sanguinante, sull’asfalto.