JESSICA CASTAGLIUOLO
Cronaca

Notti da incubo per le ragazze, le paure di una generazione: "Niente bus, abiti coprenti e resto al telefono"

Indagine Eumetra-Telefono Donna, quasi sette giovani su dieci temono molestie e aggressioni "La gelosia degli uomini diventa una minaccia. E la musica trap diffonde una cultura machista"

Una manifestazione contro la violenza di genere

Una manifestazione contro la violenza di genere

Milano, 27 giugno 2026 –  Paura di tornare a casa da sole. Il 66 per cento delle giovani donne teme di essere aggredita. Evitano di prendere mezzi pubblici dopo una certa ora, parlano al telefono con qualcuno lungo il tragitto, indossano abiti coprenti. D’altra parte, dicono 3 giovani uomini su 10, vestirsi in “un certo modo”, può attirare comportamenti “offensivi”, così come assumere alcol e droghe. Peccato che sei ragazze su dieci hanno subito atteggiamenti sgradevoli a prescindere dall’abbigliamento. Paura della gelosia. Per più della metà delle ragazze avere un partner geloso è una minaccia. D’altra parte, anche se subiscono atti di violenza, se non denunciano, è colpa loro. Lo dicono la metà dei ragazzi. Allora quasi 3 ragazze su 10 confessano di aver fatto delle rinunce per “accontentare” il proprio partner. Per le giovani donne, la violenza di genere sta aumentando in modo preoccupante ed è sottovalutata. Dagli uomini, dalla classe politica. Si sentono sole. Per i giovani uomini, e lo dicono quasi tre su dieci, se ne parla fin troppo e sono i media ad amplificare il fenomeno.

Due narrazioni diverse. È la polarizzazione tra la percezione maschile e quella femminile sulla violenza di genere così come emerge da un’indagine presentata presso il Centro Congressi della Fondazione Cariplo a Milano e condotta da Eumetra per conto di Telefono Donna Italia, il centro Antiviolenza attivo a livello nazionale. La ricerca è stata condotta su giovani donne e uomini tra i 16 e i 25 anni, per la maggior parte studenti, e tra loro qualcosa in comune c’è: per il 32 per cento delle ragazze e per il 42 per cento dei ragazzi la relazione affettiva è un mistero. Lo mettono nero su bianco.

Nessuna educazione sentimentale. La pornografia è il canale d’informazione preferito per 4 ragazzi su 10, a fronte di sole 2 ragazze. Si trovano a vivere in un mondo che insiste sui diritti ma dove i rapporti si consumano sui social e dove persino la musica trap, per 4 ragazze su 10, contribuisce a diffondere una cultura “machista”. Una cultura e un mondo che non hanno costruito loro e che si fatica a riparare.

Una generazione fragile, come emerge da altre evidenze. Nello studio di Fondazione Cariplo condotto su oltre cento milioni di ricoveri anonimi, abbinato al bando “Attentamente”, emergeva ad esempio come la richiesta di aiuto psicologico e psichiatrico tra gli adolescenti è in continua crescita. Stefania Bartoccetti, fondatrice di Telefono Donna, spiega: "Dobbiamo aver chiaro in mente e nelle nostre future azioni che bisogna rafforzare e migliorare i messaggi nella direzione del rispetto delle relazioni e della loro ricchezza. Perché permangono delle zone di oscurità da parte di alcuni giovani. In particolare, mi riferisco all’universo dei social, che per i giovani rappresentano la zona d’ombra dal mondo, che però può risucchiarli senza aiutarli nei loro stessi bisogni". Valeria Negrini, vicepresidente di Fondazione Cariplo, aggiunge: "Di fronte a un mondo che tende all’individualismo, credo che sia necessario un lavoro tra gruppi di pari, costruire spazi di incontro, perché solo nella relazione e nello scambio può nascere un cambiamento, non nella conflittualità". Segno infatti che, sotto la crosta dura delle generalizzazioni, sono proprio le nuove generazioni la speranza più concreta di un cambiamento, sono alcune risposte che i ragazzi interpellati nella ricerca hanno fornito.

Alla domanda cos’è l’educazione affettiva , un ragazzo risponde così: "Significa insegnare ai ragazzi a capire i loro sentimenti, accettarli e manifestarli secondo forme corrette. Significa insegnare a rispettare l’altro. Significa fare capire che un “no“ è un “no“; e deve essere rispettato. Significa avere rispetto del proprio corpo e del corpo altrui".