
A sinistra il sindaco Gian Maria Palladino e a destra Sergio Giuntini presidente Anpi Novate
Celebrata la festa di Liberazione, tra iniziali controversie, molte persone in corteo e qualche fischio in piazza Pertini. La scelta di non partecipare al corteo e al comizio, dichiarata un mese fa dal sindaco di Novate Gian Maria Palladino, è stata poi cambiata durante l’ultimo consiglio comunale. "Senza problemi e con serenità, mi dichiaro io per primo anti-fascista, perché il periodo del fascismo non ha nulla a che vedere con la mia persona e la mia storia politica, così come la storia di Fratelli d’Italia sul territorio", aveva spiegato Palladino.
Ieri mattina al ritrovo sotto il municipio si è presentata una folla di persone, cittadini novatesi con bandiere della pace, di partito, dell’Italia, della Palestina, formando un lungo corteo che ha sfilato per le vie della città e accompagnando la deposizioni dei fiori in memoria dei partigiani.
Poi è arrivato il momento del comizio in piazza Pertini e mentre il sindaco parlava ci sono stati due momenti particolari. Nel primo è intervenuto un presente urlando al sindaco di dichiararsi anti-fascista, al quale il primo cittadino ha risposto di averlo già fatto nelle sedi opportune, ovvero il consiglio comunale. Successivamente un gruppo di "Casa del popolo", sempre mentre parlava il sindaco ha iniziato a fischiare e a far sentire la canzone "Bella ciao" ad alto volume.
"Oggi ci ritroviamo insieme per celebrare il 25 aprile la festa della Liberazione. È una giornata che appartiene a tutti gli italiani o almeno questo è l’auspicio, senza distinzioni perché ci ricorda il valore più alto su cui si fonda la nostra Repubblica, la libertà. È un momento anche per riflettere sul prezzo che è stato pagato per riconquistarla, migliaia di donne, uomini, militari, civili, si opposero in nome della patria e della giustizia", ha spiegato il sindaco che ha poi continuato spiegando anche alcuni articoli della Costituzione, relative al fascismo.
"Sono trascorsi 80 anni, tanti ma mai troppi, a dispetto di chi vorrebbe archiviarne la memoria, di coloro che faticano a dichiararsi antifascisti o non lo fanno affatto e ripudiano il manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli, compagno di cella del nostro Marco Brasca" ha spiegato il presidente Anpi Novate Sergio Giuntini, in un lungo discorso, tra gli applausi dei cittadini presenti.