Nove pedoni travolti e uccisi sulle strade di Milano città dall’inizio dell’anno. L’ultimo ad allungare la scia di sangue è El Ghazouani Zeroual El Idrissi, sessantunenne di origine nordafricana investito sabato in viale Jenner da una Harley Davidson, morto dopo 48 ore di agonia all’ospedale Niguarda dove era stato trasportato in gravissime condizioni. L’incidente è avvenuto sabato alle 17.30 vicino all’incrocio con piazzale Nigra: stando a quanto emerso nelle prime ore, il sessantunenne era sbucato dalla parte posteriore di un filobus della linea 90-91, verosimilmente dopo essere sceso, attraversando la corsia preferenziale lontano dalle strisce pedonali. Un attraversamento improvviso, proprio mentre arrivava la moto proveniente da piazzale Maciachini con in sella un uomo di 53 anni che non è riuscito a evitare l’impatto: il sessantunenne ha fatto un volo atterrando violentemente sull’asfalto e perdendo i sensi. Poi il trasporto in ospedale. Dopo due giorni, il decesso. Una scia lunga, si diceva, tristemente inaugurata da Angela Bisceglia lo scorso 10 febbraio. La novantacinquenne è stata investita da un furgone in via Valassina, zona Maciachini, appena uscita di casa. L’autista del mezzo pesante che stava facendo retromarcia all’angolo con viale Fermi non si è accorto dell’anziana e l’ha presa in pieno.
Il mese dopo, il 7 marzo, spezzata una giovane vita: quella di Federico Cafarella, venticinquenne originario di Antella, una frazione di Bagno a Ripoli (Firenze), travolto da un autobus della linea 53 mentre attraversava a piedi via Padova all’altezza di via Arici. A Milano aveva intrapreso vari lavori, tra cui l’ultimo ad Amazon. Nel suo paese era un arbitro ma anche volontario della Misericordia. Poi l’escalation di un’estate tragica, con sei pedoni morti in due mesi. Il 15 luglio, il pensionato di 73 anni Luciano Avigliano viene trascinato da una moto per una trentina di metri in viale Testi. E non ha scampo. Due settimane dopo, un’incredibile carambola tra auto in viale Umbria lancia una RS7 sul marciapiedi, proprio nel punto in cui il diciottenne Karl Nasr sta aspettando il verde coi genitori: morirà dopo alcune ore di agonia. Il 28 agosto, l’ottantanovenne Nicola Zezza viene investito da un taxi in via Pecorari, dietro Palazzo Reale. L’8 settembre, una Chevrolet si ribalta dopo uno scontro con una Seat Leon e finisce addosso a una settantasettenne che si trova sul marciapiedi tra via Lorenteggio e via Inganni.
Sulla lista, poi, l’investimento mortale con omissione di soccorso avvenuto la notte tra il 15 e il 16 settembre: il ventinovenne Muhammad El Sharkawy si era allontanato da viale Jenner al volante della sua Mercedes nera dopo aver travolto e ucciso il ventottenne Vassil Facchetti, nato in Bulgaria e residente con la famiglia a Settimo Milanese. Dopo aver tentato di depistare le indagini, abbandonando il veicolo in un parcheggio di via Ceva alla Bovisasca e denunciandone il furto ai carabinieri della stazione Musocco, la sera dopo i fatti El Sharkawy, italo-marocchino originario di Catanzaro e residente in zona Quarto Oggiaro, si era costituito nella stessa caserma, sostenendo di essere scappato per paura delle conseguenze. È stato indagato per omicidio stradale e omissione di soccorso dagli specialisti della Squadra interventi speciali di piazza Beccaria. Tra le vittime, poi: Antonia, per tutti Nina, Pansini, di 75 anni, che lo scorso 18 settembre è stata investita da un mezzo Amsa a due passi da casa mentre stava attraversando sulle strisce di via Trasimeno all’angolo con via San Mamete, al quartiere Adriano.
Ieri mattina l’ennesimo grave incidente in via Palmanova, zona Cimiano: T.P., medico in pensione di 82 anni, lotta tra la vita e la morte.
Nicola Palma
Marianna Vazzana