di Marianna Vazzana
"Sono solo, vecchio, brontolone, pieno di dolori e anche di rabbia perché non ce la faccio più ad andare a sedermi sulla panchina in fondo a Via Saragat. È bella la via Saragat. È vicina alla via Nenni e alla via La Malfa. Io me li ricordo tutti, quelli lì. Ora sono delle vie, una volta erano uomini. E che uomini". C’è anche la storia di questo pensionato tra i racconti dei cittadini di ogni età, bimbi compresi, del quartiere Adriano, scritti durante la pandemia e ora racchiusi in un libro fresco di stampa: “Novelle dal lockdown“ (Boopen editore). La raccolta è una delle idee lanciate dall’associazione di promozione sociale ViviAdriano (www.viviadriano.it), nata tre anni fa grazie a un gruppo di cittadini con l’intento di cucire le due anime della zona, la porzione più antica e quella che ha preso il posto dell’ex area industriale. "Avevo notato una separazione, come se da un lato ci fosse il paesino e dall’altra la città. Due realtà che facevano fatica a parlarsi. Per coltivare i rapporti umani, a maggio del 2018 è stata creata l’associazione", spiega Francesco Marcolongo, ventisettenne esperto di web marketing e vicepresidente del gruppo che è guidato da Marino de Stena. "Abbiamo subito organizzato eventi di aggregazione e culturali, creato punti per lo scambio di libri e partecipato alla rigenerazione di un terreno dismesso, quello che oggi è il Real Giardino di Adriano", uno spazio condiviso di via Brambilla creato dove un tempo c’era una trattoria: unite, la società sportiva Real Crescenzago e la Fondazione Abriani Casa della Carità, con il supporto di Viviadriano, l’Associazione Amici Casa della Carità e alcuni cittadini.
Il luogo è stato scelto durante uno dei laboratori di “Luoghicomuni“ del programma “Lacittàintorno“ di Fondazione Cariplo, azione coordinata da Labsus in collaborazione con Italia Nostra. Tra le prime attività di ViviAdriano, il presidio "organizzato ad agosto 2018 – ricordano i cittadini – contro la decisione del governo di ritardare l’erogazione dei fondi del Bando periferie. Diciotto milioni di euro erano destinati al nostro quartiere per il prolungamento della metrotranvia, la costruzione della scuola media e al completamento del parco. Anche grazie al nostro interessamento la situazione si è sbloccata".
Ora i lavori (attesi per anni) sono in corso. Inaugurata anche la panchina rossa nel parco Franca Rame. E durante la pandemia? "Oltre a promuovere la raccolta di racconti – conclude Marcolongo – abbiamo organizzato incontri on line puntando sempre alla socialità, seppure a distanza". Tra gli ospiti, il benefattore vercellese Carlo Olmo, insignito della onorificenza di Cavaliere Bianco al merito della Repubblica italiana, il fotografo Andrea Cherchi e il medico di base "storico" di via Palmanova, Irven Mussi. La speranza è tornare a ritrovarsi presto dal vivo.