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La Lombardia è “pronta a sperimentare il nucleare”: parola del governatore Fontana

Già due anni fa Matteo Salvini avrebbe voluto vedere la prima centrale nucleare a Milano. Ora il presidente della Regione rilancia la tecnologia: “Le opinioni sono cambiate, alle nuove generazioni piace”

La Lombardia è “pronta a sperimentare il nucleare”: parola del governatore Fontana

Milano – Corsi e ricorsi. Ci sono temi che sembrano non passare mai di moda (talvolta più a parole che nei fatti) e uno di questi è il nucleare in Italia. Per il centrodestra, la Lombardia, da locomotiva d’Italia, dovrebbe diventare anche la centrale energetica nazionale. Parola del presidente della Regione Attilio Fontana: “Da sempre abbiamo guardato con interesse al nucleare offrendo la nostra disponibilità a essere sperimentatori di questa tecnologia”, ha detto lunedì 14 aprile all’appuntamento “Il nucleare sostenibile: l'Italia riparte”, organizzato dalla Lega. Già due anni, il capo del Caroccio e ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini avevo detto chiaramente: “Io la prima centrale nucleare la vorrei a Milano” (scatenando non poche polemiche).

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Il nuovo spazio per il nucleare

Il ministro continua a rilanciare l’utilizzo di centrali di seconda generazione e il 21 maggio, ha reso noto Fontana, si terrà un convegno sulla materia a cui dovrebbe partecipare il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica Mariano Grossi. “Soprattutto tra le nuove generazioni emerge la disponibilità e la volontà ad accettare questa ipotesi”, ha detto ancora Fontana. “In generale il sentiment su questa tematica non è più quello di un tempo: tra le persone c'è la consapevolezza che possa essere una soluzione praticabile”.

Boom di iscritti a ingegneria nucleare

Lo segue a ruota anche il presidente della Commissione Bilancio Davide Caparini, secondo cui bisogna “riportare il nucleare all’interno del mix energetico nazionale per garantire l’autonomia energetica, soddisfare i fabbisogni crescenti del Paese, ridurre i costi in bolletta e contribuire in modo concreto alla lotta contro il cambiamento climatico”.

“Dal punto di vista scientifico e tecnologico – ha proseguito all’incontro del 14 aprile Caparini – l’Italia è già pronta: per pubblicazioni tecniche e scientifiche siamo davanti agli Stati Uniti e alla pari con Francia e Germania, a conferma del livello di eccellenza raggiunto dalla nostra comunità accademica e industriale. Nelle università italiane si registra un vero e proprio boom di iscrizioni ai corsi di specializzazione in ingegneria nucleare: un segnale chiaro della fiducia dei giovani verso questa tecnologia e della volontà di essere protagonisti di una nuova stagione energetica”.

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Il nucleare in Italia

La questione del nucleare, tra gli esperti come nel mondo politico, resta estremamente dibattuta. Se i partiti di sinistra sono sostanzialmente contrari in ragione del difficile smaltimento degli scarti nucleari e dei rischi associati alla produzione, le forze di destra e alcune di centro si sono dette a più riprese favorevoli poiché rappresenta, sostengono, un tipo di energia a bassissime emissioni.

L’Italia ha avuto diverse centrali nucleari attive dagli anni Sessanta, poi dismesse a partire dagli anni Novanta a seguito del referendum popolare seguito al disastro di Cernobyl del 1986. Al momento, al di là dei proclami politici, non esiste un piano per la riattivazione delle vecchie centrali, né per la costruzioni di nuove.