Milano, 9 ottobre 2024 – “Preside, buongiorno. L’hanno candidata all’Ambrogino”. Massimo Nunzio Barrella, dirigente del liceo classico Parini, risponde al telefono sorpreso, senza nascondere una nota di imbarazzo: “Una provocazione?".
La candidatura c’è.
"Non vorrei essere strumentalizzato per quanto accaduto nella prima mezz’ora dell’ultima occupazione del liceo, a marzo. Qualcuno subito dopo aveva parlato di Ambrogino, pensavo fosse una boutade. Era arrivato anche il giudizio severo del nostro sindaco, per le parole che avevo usato. Mi ero spiegato ed era finita lì. Non voglio innescare nuove polemiche, né essere divisivo: la polemica politica fine a se stessa è lontana da me”.
Rifarebbe tutto?
“Non ho timore a manifestare il mio pensiero: se vedo qualcosa di diseducativo e antidemocratico lo devo dire, per lasciare un messaggio ai ragazzi. Ho usato un linguaggio colorito per attirare la loro attenzione".
Si era dichiarato “prigioniero politico” e aveva condannato il gesto fascista.
"Posso dire di avere esagerato? Sì, l’ho fatto. Ma c’era stato un picchetto molto duro, mai visto nelle occupazioni precedenti, e con tanti esterni, di altre scuole o universitari. Ero preoccupato per la sicurezza e volevo dar voce a chi si vedeva negato il diritto di entrare. Continuo a credere che stessero usando strumenti antidemocratici, era mio dovere farlo presente ai ragazzi anche se può avere dato fastidio. Detto questo, dopo 10 minuti abbiamo aperto un dialogo e un confronto con gli occupanti, non c’è stato un euro di danno, gli accordi sono stati rispettati: i ragazzi si sono comportati in modo esemplare".
Lei ha dormito lì.
"Come nelle occupazioni precedenti, a tutela loro e dei minorenni coinvolti, anche per evitare inopportune infiltrazioni esterne al liceo. Sono rimasto sveglio nel mio ufficio, ascoltando musica”. Pensa che cambierà qualcosa dalle prossime occupazioni?
"Sicuramente la colonna sonora: so che mi attirerò contro una parte di fan, anche del mio Ambrogino (sorride, ndr), ma adesso ascolto solo i Linkin Park. The Emptiness Machine con la voce di Emily Armstrong, graffiante e dolce. Tanti pensano che dopo la morte di Chester Bennington sia tutto finito. L’ascolterò alla prossima occupazione: dice che chiederanno di ritirare la candidatura?”.
Non saprei, potrebbe essere divisivo...
"Scherzi a parte, resto sorpreso. Sono solo un dirigente dello Stato e ci sono tantissimi bravi presidi. Ovvio, ne sarei onoratissimo: l’Ambrogino è un riconoscimento grande, Milano è la mia città. Ma mi sento in imbarazzo: è esagerato, ho fatto il mio lavoro, continuerò a farlo».
È legato a Milano?
"Tantissimo. Sono nato qui nel ‘71. I miei genitori, contadini, erano partiti dal Cilento in cerca di lavoro: sono stati operai tutta la vita. Io mi sono laureato in Lettere alla Statale, dove adesso studiano i miei figli”.
A chi dedicherebbe lei l’Ambrogino?
"Alla scuola. Il Parini ha appena chiuso da poco i suoi primi 250 anni. E sarebbe un riconoscimento per tutti i dirigenti e gli insegnanti".