«Abbiamo sopportato 20 anni di attesa e per noi è un giorno storico". Asfa Mahmoud, presidente del Consiglio direttivo della Casa della cultura musulmana, può finalmente sorridere: la sua comunità, da anni in via Padova 144, martedì ha ottenuto le chiavi dell’immobile comunale di via Esterle e lì costruirà la sua nuova moschea, la prima in uno stabile pubblico.
Asfa Mahmoud, in quale condizione avete trovato l’immobile di via Esterle dopo sei anni di occupazione abusiva?
"Nel 2015, quando avevamo fatto il sopralluogo in occasione del primo bando comunale, la struttura era ristrutturabile. Ma l’occupazione abusiva ha rovinato quasi tutto. Quindi stiamo facendo una valutazione per arrivare a un’analisi strutturale e decidere se ristrutturare oppure demolire tutto e ricostruire".
Che tipo di progetto avete in mente?
"Vogliamo realizzare un’opera bella per Milano, che è una città internazionale molto conosciuta anche nel mondo arabo. Milano merita di avere una moschea degna della sua reputazione. Un luogo aperto a tutta la città, non solo alla nostra comunità".
Inizialmente avete indicato l’obiettivo di una moschea da 3.500 fedeli. Conferma?
"Speriamo di poterne ospitare anche di più. A Milano ci sono 100 mila musulmani, ci farebbe piacere che tutti loro venissero a visitare la nostra moschea. Attualmente, nella struttura in via Padova 144, grande 500 metri quadrati, ospitiamo 2.500 fedeli il venerdì divisi in cinque turni turni. Via Esterle è grande 1.500 mq – costruiremo su 1.000 mq mentre gli altri 500 resteranno a giardino – e accoglierà più fedeli rispetto a via Padova e in meno turni, tre".
La nuova moschea avrà un minareto oppure no?
"Preferiamo costruire una moschea senza minareto ed evitare polemiche".
In quali tempi? La vicesindaco Scavuzzo si augura un’inaugurazione entro il prossimo Ramadan fissato dal 9 marzo all’8 aprile 2024.
"È il nostro stesso augurio, ma i lavori necessari per realizzare la nuova moschea e le pratiche urbanistiche avranno bisogno di più tempo, almeno di un anno".
Quanto spenderete? Il vostro budget iniziale era di 1,4 milioni di euro.
"Dipende dal progetto finale. Se dovremo demolire e ricostruire avremo bisogno di più soldi, ma ce la faremo".
Chi finanzia la realizzazione della moschea?
"I nostri finanziamenti sono trasparenti. Per partecipare al bando comunale e pagare i 495 mila euro necessari per ottenere il diritto di superficie per 30 anni dell’immobile di via Esterle abbiamo aperto un conto corrente per raccogliere le offerte per questo progetto. I finanziatori sono i componenti della nostra comunità. Abbiamo sempre rifiutato fondi da Paesi esteri, il nostro riferimento è l’Italia".
Il sindaco Sala ha sottolineato che il Comune ha rispettato il diritto di professare tutte le religioni e ha aggiunto che auspicava che questa assegnazione avvenisse in tempi più brevi.
"Ha fatto bene il nostro sindaco a utilizzare queste parole. Noi abbiamo dimostrato di avere molta pazienza. La notizia di ieri (martedì, ndr ) l’aspettavamo da 20 anni, è da allora che chiediamo al Comune di avere un luogo per realizzare una moschea".
A Lega e FdI che invece paventano il rischio che la zona di via Padova diventi un ghetto islamico cosa risponde?
"Siamo abituati a queste polemiche, che servono a questi partiti per provare a ottenere più voti. I milanesi, però, hanno capito che questi slogan servono solo ai partiti ma non alla città. È meglio avere un luogo di culto riconosciuto, aperto e trasparente. Non abusivo, magari in uno scantinato. Abbiamo apprezzato, invece, la posizione di Forza Italia, che ha fatto un passo importante dicendo che è a favore delle moschee regolari".
Nel dibattito giornalistico sull’Islam si parla spesso di musulmani moderati e radicali. Voi come vi definireste?
"L’Islam è una religione che rispetta tutte le religioni precedenti ed è aperta a tutte le culture. I veri musulmani sono moderati perché hanno capito il vero spirito dell’Islam".