
di Alessandra Zanardi
Tra via Gorki e via Brigate Partigiane è in corso la costruzione di una Rsa da 120 posti-letto. Una struttura che finora mancava e che, nelle intenzioni, permetterà di allargare le maglie dell’assistenza agli anziani, specie i più fragili. Benché infatti San Giuliano sia una realtà relativamente giovane, con un tasso d’invecchiamento sotto la media regionale e nazionale, è sentita da più parti l’esigenza di poter contare su spazi e servizi mirati per le fasce meno giovani della popolazione. Si spera che la nuova residenza sanitaria possa dare sollievo alle persone oggi chiamate ad assistere i familiari a domicilio, o a fare domanda per l’inserimento in strutture fuori città.
E se l’arrivo di una Rsa è salutato con favore dalla maggior parte dei cittadini, c’è chi vorrebbe conoscere i dettagli del progetto per capire come la struttura verrà gestita, con quali criteri gli ospiti vi saranno inseriti, come avverranno le visite dei familiari e se ci sarà spazio per il contributo dei volontari. Proprio queste domande sono contenute in una lettera aperta alla popolazione e alle associazioni di San Giuliano, con la quale un gruppo di cittadini, già impegnati nel sociale e nel tessuto culturale del territorio, sta cercando di accendere il dibattito sul costruendo centro di assistenza. "Vorremo chiedere un incontro al sindaco – scrivono gli estensori della lettera, che si firmano "volontari della Rsa" - per conoscere i costi giornalieri a carico degli ospiti, quanti posti letto ci saranno in ciascuna camera, se le camere saranno dotate di un sollevatore fisso, quale sistema di video-sorveglianza verrà adottato, quali confort sono previsti oltre a televisione, palestra e aree ricreative".
"Ci si chiede – proseguono - se la gestione sarà diretta o affidata a personale esterno, se è prevista una cucina interna, di quanto personale necessiti una Rsa da 120 posti in termini di medici, infermieri, Oss, fisioterapisti e animatori". In un’ottica costruttiva, i cittadini-volontari chiedono "una Rsa aperta alla città" e si offrono di "sviluppare iniziative culturali e ricreative per gli ospiti, oltre che di aiutare le famiglie che gestiscono i propri cari non autosufficienti. Chiediamo ai cittadini di partecipare alle attività di volontariato, offrendo la disponibilità anche per poche ore alla settimana. Alle associazioni che operano nel sociale chiediamo di condividere le nostre proposte e sostenerci nel confronto con le istituzioni".
L’obiettivo è dunque creare da subito un gruppo di lavoro e sollecitare l’attenzione dell’opinione pubblica rispetto a un tema così importante e delicato. Per saperne di più è possibile scrivere a assistiamo.le.fragilita@gmail.com.