Milano – Nuove case low cost a Porto di Mare? Lo scorso dicembre il Comune ha lanciato un avviso esplorativo per capire se ci sono imprese disposte a realizzare in quest’area nella periferia sud-est della città nuovi alloggi a prezzi d’affitto accessibili. Ma non sarà facile raggiungere l’obiettivo, perché buona parte del terreno comunale è ancora occupato da una serie di attività imprenditoriali e commerciali: lo Sporting Corvetto (presente dal 1971), l’azienda Cagnetti Imballaggi (lì dal 1957) – entrambi continuano a pagare l’affitto al Comune –, il Tennis dei Pini e altre attività abusive.
Il consigliere di FI Alessandro De Chirico ha presentato un’interrogazione per chiedere cosa vuole fare la Giunta con le attività che ancora pagano l’affitto. Nella risposta l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi sottolinea che l’amministrazione intende "procedere con la ripresa in consegna delle aree di proprietà", aree "destinate al Piano straordinario per la Casa" e aggiunge che la Giunta "ha da tempo avviato un confronto con le realtà che ancora occupano l’area e sta garantendo loro la possibilità che individuino nuove aree dove poter localizzare le loro attività". Tancredi, però, ammette che "le tempistiche risultano differenti se sono pendenti ricorsi degli occupanti contro il Comune".
Ricorsi al Tar, sì. Dopo il lancio del Piano Casa a Porto di Mare, lo scorso 24 ottobre, lo Sporting Corvetto ha ricevuto un’ingiunzione di sfratto dal Comune e ha subito presentato un ricorso al Tar, il quale ha rimandato la causa al Tribunale civile. Sporting Corvetto non ha intenzione di mollare, anche perché il trasloco dell’attività, con 14 campi da tennis nell’area, è impossibile: "Il Comune vuol fare realizzare case low cost a Porto di Mare? Bene. I cittadini che verranno ad abitare qui non avranno bisogno di servizi e impianti sportivi? Siamo già qui da 50 anni. Ci vogliono cacciare proprio quando in Italia è scoppiata la Sinner Mania e molti ragazzi vogliono giocare a tennis?".
Intanto Pietro Vinci, proprietario della Cagnetti, che si occupa di recupero di bancali e imballaggi ortofrutticoli, racconta: "Noi siamo a Porto di Mare dal 1957 e continuiamo a pagare un affitto al Comune. Da qui non ce ne andiamo. L’amministrazione non ci ha neanche proposto un’area alternativa dove trasferire la nostra attività".
L’azzurro De Chirico, infine, osserva: "Mentre ritengo giustissimo che chi non sia in regola con i pagamenti venga sfrattato, è incomprensibile che i burocrati comunali – tra Tancredi che fino al 2021 era dirigente dell’area tecnica – non abbiano in alcun modo cercato di tutelare gli imprenditori che hanno investito migliaia di euro per rendere funzionale e sicura un’area vicina alla stazione di Rogoredo nota per lo spaccio. Ora che Porto di Mare è stato individuato come luogo dove realizzare nuove case si potrebbero tenere in considerazione quegli insediamenti sportivi, culturali e commerciali che da decenni hanno reso la zona meno deserta".