Chi ha la responsabilità di condurre i colloqui di lavoro per selezionare le persone da assumere in Comune non potrà (più) chiedere alle candidate donne se abbiano o no intenzione di sposarsi, se abbiano o no intenzione di fare figli, se abbiano o no responsabilità di cura all’interno della famiglia. Il divieto di porre queste domande è previsto nel “Piano strategico per la parità di genere“ appena approvato dall’amministrazione comunale e sotto monitoraggio dal 2025 al 2027.
Nel dettaglio, nel documento sono state individuate quattro aree di attuazione del Piano. La prima area, come ovvio, è quella della selezione e del reclutamento del personale da parte della Direzione Risorse Umane di Palazzo Marino. Ed è qui che è stato inserito il divieto di porre domande relative alla sfera famigliare. Alla voce “Azioni previste per raggiungere l’obiettivo“ (della promozione di una cultura della parità di genere) si legge quanto segue: "Introdurre una documentazione di regole di selezione con una specifica sull’impossibilità di effettuare domande relative ai temi del matrimonio, della gravidanza o delle responsabilità di cura".
Detto altrimenti: le regole rivendicate dalle donne da qualche tempo a questa parte saranno ora messe nero su bianco in Comune perché diventino vincolanti e non siano lasciate alla discrezione o alla sensibilità di chi conduce i colloqui di lavoro. Non solo le domande da porre ma anche le stesse commissioni esaminatrici sono destinate a cambiare, almeno in parte. Piano vuole che si debba "garantire nelle commissioni di selezione di concorso la presenza di almeno un terzo di componenti di genere femminile". In aggiunta, nell’area “Gestione della carriera“ si lancia il programma “No Women no Panel“ finalizzato ad avere "una partecipazione plurale di donne e uomini nei panel organizzati dal Comune".
Contro alcuni luoghi comuni si promette, invece, di dar corso al programma “Mi Forma“ per "introdurre percorsi di formazione volti al superamento degli stereotipi di genere legati alla cura, a causa dei quali le donne sono associate alla responsabilità principale della cura dei figli, degli anziani e delle faccende domestiche". Quest’ultima "azione" è inserita in un’area decisamente importante per un Piano che ambisca a realizzare la parità di genere: l’“Equità salariale“, nella quale al momento si rileva, però, la mancanza di provvedimenti concreti per appianare il dislivello spesso esistente tra la busta paga di un uomo e quella di una donna pur a parità di mansione.
C’è anche altro, però. E riguarda, in particolare, il linguaggio che il Comune promette di utilizzare nelle sue comunicazioni non solo per andare incontro alle necessità delle donne ma anche di coloro che non ritengono di dover essere incasellate in un genere. Nello stesso documento, di nuovo nell’area “Selezione e assunzione“, si legge infatti: "Formalizzare una descrizione delle mansioni dei profili da assumere in modo neutro rispetto al genere" e, ancora, "garantire ed implementare un lessico gender-neutral e inclusivo nella predisposizione e e pubblicazione degli annunci relativi a posizioni aperte e bandi di selezione". A tal proposito ecco un’"azione" rivolta alle persone fresche di assunzione nel caso in cui non conoscano tale lessico o fatichino a parlarlo: "Rendere disponibile un modulo sull’utilizzo del linguaggio di genere per i neoassunti". L’adozione di un “Piano strategico per la parità di genere“ è stata approvata dalla Giunta comunale con la delibera del 21 novembre (poco meno di un mese fa), da qui il relativo documento appena pubblicato in albo pretorio. L’obiettivo del Comune è "l’ottenimento della Certificazione di Parità di genere".