NICOLA PALMA
Cronaca

Nuove regole per taxi e ncc. La bocciatura dell’Antitrust: "Basta barriere al mercato e no all’esclusiva sulle app"

Il parere dell’Authority sullo schema di decreto della Presidenza del Consiglio. Dall’attesa di 20 minuti per i noleggiatori alle modalità di uso della tecnologia. "Restrizioni in un settore in cui l’offerta è ampiamente inferiore alla domanda".

di NicolaPalmaI rilievi dell’Antitrust non lasciano troppo spazio alle interpretazioni. E vanno tutti nella stessa direzione: le nuove regole per taxi e ncc non devono creare nuove barriere anti-concorrenziali in un mercato già penalizzato da un gap evidente tra domanda e offerta. Peccato che lo schema di decreto della Presidenza del Consiglio di ministri che promette di disciplinare "l’attività delle piattaforme tecnologiche" nel trasporto pubblico non di linea vada in senso contrario, almeno a giudizio dell’Authority presieduta da Roberto Rustichelli.

Il parere, richiesto dal Ministero dei Trasporti lo scorso 3 ottobre, è stato inserito nel bollettino dell’Agcm di lunedì. Un parere che arriva in un momento di alta tensione tra conducenti di auto bianche e driver di berline scudettate, con accuse di abusivismo e duri faccia a faccia per strada sfociati in alcune occasioni in episodi di violenza. Il primo passaggio nel mirino è l’articolo 5 comma 2: "In caso di richieste di servizi ncc riferite al primo orario di partenza disponibile, il vettore indica un orario di prelievo dell’utente compatibile con i tempi di trasferimento dalla rimessa o, in caso di partenza da un luogo diverso dalla rimessa, non inferiore a venti minuti".

Per l’Antitrust, questa disposizione è "idonea a erigere un’ingiustificata barriera all’accesso al mercato e allo sviluppo dell’attività di ncc, che travalica la stretta necessità e difetta dei requisiti di ragionevolezza e proporzionalità rispetto all’obiettivo prefissato dal legislatore di assicurare che il servizio ncc sia rivolto a un’utenza specifica e non indifferenziata". Tradotto: è vero che il tassista e il noleggiatore svolgono due lavori diversi, ma è altrettanto vero che un paletto del genere rischia di vanificare i vantaggi garantiti dall’uso delle app in fatto di tempestività della risposta alla richiesta di un servizio. Conseguenza: "I consumatori saranno limitati nella possibilità di rivolgersi al servizio ncc, anche al fine di colmare i gravi disagi che si trovano ormai da anni a dover fronteggiare". Sì, perché, argomenta l’Antitrust, "la restrizione viene introdotta in un mercato in cui, perlomeno nei più popolosi Comuni d’Italia, l’offerta è ampiamente inferiore alla domanda, con effetti protezionistici della categoria dei tassisti, ma soprattutto con il concreto rischio di aggravare ulteriormente detta situazione".

Non è finita. L’organismo ha contestato anche il testo del comma 1 dell’articolo 6, che stabilisce che "gli utenti che si accingono a utilizzare le app per prenotare un servizio di trasporto tramite taxi o ncc dovranno selezionare se voler usufruire del servizio taxi o del servizio ncc prima di conoscere i tempi di arrivo del vettore e il corrispettivo stimato per il servizio". Per l’Authority, un meccanismo del genere "pregiudica un efficace gioco concorrenziale tra gli esercenti: infatti, da un lato questa scelta ex ante sembra capace di indirizzare gli utenti verso i servizi taxi piuttosto che verso i servizi ncc, considerati generalmente più costosi rispetto ai servizi taxi perché caratterizzati da standard qualitativi più elevati; dall’altro, gli esercenti i servizi ncc saranno meno disposti ad adeguare il prezzo dei propri servizi a quello (tendenzialmente minore) dei servizi taxi, con conseguenze negative per gli utenti finali". Allo stesso tempo, "tale disposizione sembra essere in contrasto con l’esigenza di stimolare la concorrenza tra taxi e ncc per i consumatori che si rivolgono in maniera indifferenziata alle due tipologie di servizio".

Non solo bacchettate. Nel parere, l’Antitrust ci ha infilato pure un consiglio: quello di consentire a tassisti e noleggiatori di utilizzare più di una piattaforma tecnologica, rendendo nulle le clausole di esclusiva. "Il dpcm dovrà essere varato dal presidente Meloni e ci auguriamo da lei un approccio assai più istituzionale del suo ministro dei Trasporti", il polemico riferimento a Matteo Salvini e al recente decreto del Mit di ottobre su fogli di servizio e prenotazioni (già in parte sospeso dal Tar) da parte del presidente di Sistema Trasporti Francesco Artusa, rappresentante delle imprese di ncc e bus turistici.