Milano, 27 marzo 2024 – C’è anche Milano nell’alleanza delle città che chiedono un Codice della Strada diverso da quello appena approvato sotto la regia di Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nonché segretario federale della Lega. Con il capoluogo lombardo ci sono Roma, Torino, Bologna, Bergamo, Brescia, Verona, Vicenza e Padova. In particolare i Consigli comunali di Milano, Roma, Torino e Bologna hanno tutti approvato un ordine del giorno nel quale chiedono di eliminare dalla riforma del Codice della Strada le norme in contrasto con il Piano nazionale per la sicurezza stradale 2030 e con il Piano globale per la sicurezza stradale dell’ONU e dell’OMS, le norme che limitano la possibilità dei Comuni di intervenire sulla gestione della mobilità urbana e della viabilità stradale e di promuovere interventi normativi e finanziari a favore della mobilità attiva, del potenziamento del trasporto pubblico locale e che agevolino i percorsi verso le Città 30. Ordini del giorno simili sono stati presentati in diverse altre città: Aosta, Genova, Jesi, Modena, Monza, Perugia.
Gli assessori e le assessore dei Comuni di Bergamo, Brescia, Verona, Vicenza e Padova hanno preso pubblicamente posizione contro il nuovo Codice della Strada affermando che "la sicurezza stradale di pedoni e ciclisti non ha colore politico" e chiedendo al Governo un ripensamento.
Anche i sindaci di Milano e Bologna, Giuseppe Sala e Matteo Lepore, hanno espresso grande preoccupazione per la nuova riforma. In particolare il primo cittadino milanese lunedì scorso, a Palazzo Marino, ha incontrato alcuni parenti di vittime della strada e poi ha lanciato alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, un appello perché "i parenti delle vittime siano ascoltati".
Lunedì sera l’intervento dello stesso sindaco in Consiglio comunale, sempre sul Codice della Strada: "Non vogliamo che diventi realtà, è pericoloso per il Paese ed è pericolosissimo per Milano". Quanto al sindaco di Bologna, Matteo Lepore ha dichiarato: "Si tratta di una vera controriforma, ci farà fare enormi passi indietro". Lepore ha spiegato: "Dopo più di un mese di applicazione di Città 30 abbiamo un meno 15,45% di incidentalità, siamo a 60 persone ferite in meno in poche settimane. Abbiamo un 15% in meno di pedoni investiti e nelle strade controllate c’è un 30% di aumento di uso della bicicletta. Il traffico è più fluido. Le sanzioni sono diminuite anche nelle strade che sono rimaste a 50 all’ora e che hanno gli autovelox".