L’accordo tra Comune e club c’è. Le volumetrie scendono da 180 mila a 145 mila metri quadrati, in termini di indice da 0,63 al 0,51. Il progetto per la realizzazione di un nuovo stadio a San Siro e per la rifunzionalizzazione del vecchio Meazza in Cittadella dello Sport può andare avanti. La fumata bianca si è registrata ieri pomeriggio durante un vertice a Palazzo Marino al quale hanno partecipato gli assessori Pierfrancesco Maran (Urbanistica) e Roberta Guaineri (Sport) per la Giunta e il presidente del Milan Paolo Scaroni e l’amministrazione delegato dell’Inter Alessandro Antonello per le società calcistiche.
La nota congiunta uscita a ora di cena, dopo qualche tensione, chiarisce che le parti sono arrivate al compromesso volumetrico sopradescritto su queste basi: "Il costo della rifunzionalizzazione del Meazza, pari a circa 74 milioni di euro secondo la stima delle squadre, porterebbe a un indice edificatorio massimo di 0,51 mqmq, equivalente a 145 mila mq di sl".
Attenzione, però. Comune e club parlano di "significativi passi avanti" ma dal fronte municipale si ricorda che l’indice previsto dal Piano di governo del territorio per l’area di San Siro non è 0,51, ma 0,35, e che l’ultima parola sul progetto spetterà al Consiglio comunale: "Resta inteso che la concessione di eventuali volumetrie in eccesso rispetto all’indice attualmente previsto dal Pgt a 0,35 mqmq e l’approvazione degli ulteriori contenuti urbanistici ed edilizi resta soggetta alle decisioni degli organi istituzionali competenti, come previsto dal procedimento in corso". Un ultimo passaggio che non lascia tranquilli Milan e Inter, visto che nella maggioranza di centrosinistra in Consiglio comunale il fronte ambientalista promette battaglia contro le volumetrie eccedenti lo 0,35.
Dopo mesi di “stop and go’’, in ogni caso, la trattativa tra Palazzo Marino e società registra un passaggio che potrebbe rivelarsi decisivo. Milan e Inter hanno riveduto e corretto il progetto preliminare secondo le indicazioni dettate dall’amministrazione comunale. Oltre al nuovo stadio nell’attuale parcheggio di San Siro (i rendering degli studi Populous e Manica-Sportium sono noti da tempo), i club si sono impegnati a non demolire del tutto la Scala del calcio, ma a conservarla, almeno in parte (primo e secondo anello arancione e curva Sud) e a trasformare i resti del Meazza in uno “Sports and Entertainment District’’ aperto 365 giorni all’anno, o quasi, che offra ai milanesi una serie di attività gratuite o convenzionate con il Comune: un percorso per il jogging, una pista ciclabile, una palestra all’aperto, uno skateboard park”, una parete da arrampicata, una zip line, oltre a un museo dello sport che racconti le imprese compiute da rossoneri e nerazzurri nella Scala del calcio. In totale, 220 mila mq di area pedonale, di cui almeno 106 mila mq a verde (il doppio rispetto agli attuali 56 mila mq).
La realizzazione del nuovo San Siro e del distretto sportivo prevede un investimento complessivo di 1,2 miliardi di euro, che consentirebbe di creare dai 3.000 ai 3.500 posti di lavoro, numeri importanti per una città che vuole rilanciarsi dopo la crisi economica provocata dal coronavirus. Un investimento che il sindaco Giuseppe Sala non sembra volersi lasciar sfuggire.
Avanti, dunque. Il prossimo passaggio prevede che Milan e Inter presentino al Comune l’integrazione dello studio di fattibilità e il nuovo piano economico finanziario del progetto per la conclusione del procedimento relativo alla dichiarazione di pubblico interesse. La palla, poi, passerà alla Regione, che dovrà valutare gli insediamenti commerciali previsti. Il progetto, alla fine, tornerà in Consiglio comunale. Rimane solo il dubbio se il voto sul nuovo San Siro lo darà l’attuale assemblea di Palazzo Marino o la prossima, quella che sarà eletta dopo le elezioni comunali della primavera del 2021. L’opposizione di centrodestra, intanto, plaude all’intesa. Il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale osserva: "Bene l’accordo sulle volumetrie, avanti senza indugio".