Milano, 15 gennaio 2023 - "Sì al doppio stadio. Sono d’accordo con la proposta del presidente del Senato Ignazio La Russa. Anch’io voglio che nell’area di San Siro restino due impianti, il vecchio Meazza e il nuovo voluto da Milan e Inter. Questo può essere il modo politico e diplomatico per tenere in piedi l’attuale impianto, un’opera importante per la storia di Milano".
La stoccata di Sangiuliano
Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, dopo aver sentito le parole del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ("nessun vincolo sul Meazza, decida il Comune sul futuro dello stadio") sembra fare buon viso a cattivo gioco e virare su un’ipotesi, il doppio stadio, che potrebbe accontentare istituzioni e tifosi, ma non Milan e Inter, che hanno proposto di abbattere la Scala del calcio e di realizzare al suo posto un distretto commerciale e sportivo da affiancare al nuovo impianto.
Doppio stadio? Soluzione logica
Sgarbi sottolinea che "il doppio stadio è una soluzione logica. Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Enrico Marcora, colui che mi ha chiesto di dire cosa pensavo sul futuro del Meazza, sostiene che l’attuale impianto può diventare un enorme teatro per ospitare concerti con otto milioni di euro di affitto che un produttore di eventi potrebbe dare al Comune, proprietario dello stadio".
Il vincolo monumentale
Il sottosegretario, però, è da settimane che dà l’indicazione politica di mettere un vincolo monumentale sul Meazza, indicazione indirizzata al nuovo sovrintendente milanese, non ancora nominato (secondo le ultime indiscrezioni, sarà Emanuela Carpani, ndr ): "L’ipotesi di vincolo era indicato da una precedente relazione di un comitato di settore – spiega Sgarbi –. Ma sarà la nuova sovrintendente a dover valutare. Io avevo già anticipato il concetto oggi (ieri, ndr ) espresso da Sangiuliano".
L'idea di La Russa
Eppure le parole del ministro sembrano far intendere che non ci sarà nessun vincolo neanche quando la sovrintendente sarà ufficialmente nominata. Sgarbi non vuole entrare in rotta di collisione con Sangiuliano: "La sovrintendente ha una sua autonomia. Non tocca al ministro o al sottosegretario porre il vincolo, ma possono fornire indicazioni politiche". La Russa, intanto, ieri è tornato alla carica con un’idea che propugna da mesi e che ha illustrato anche al sindaco Giuseppe Sala, cioè il doppio stadio a San Siro: "Sin dall’inizio ho mostrato a tutti le decine di città in giro nel mondo in cui due stadi convivono. E all’estero conoscono di Milano il Duomo, la Scala e San Siro. Quindi perché abbattere lo stadio? Teniamolo così com’è, anche perché è pieno ogni domenica".
Le spese dell'abbattimento
Il numero uno di Palazzo Madama, però, non chiude sul progetto del club: "Dico che il nuovo stadio a Milano è necessario perché tutte le grandi squadre in Europa ce l’hanno ed è corretto che Milan e Inter lo vogliano. E io sono con loro. Ma perché un’ipotesi deve escludere l’altra? Le due ipotesi non solo possono stare insieme, ma sono economicamente convenienti. Nel piano delle società, abbattere San Siro a spese loro costa 50 milioni di euro". Quanto al vincolo sul Meazza invocato da Sgarbi, La Russa commenta: "Sgarbi ha fatto finta di avere una delega che non ha, lui ha solo espresso un’opinione, che è anche la mia: “Non abbattete San Siro’’. Ma ha usato l’argomento sbagliato. Il vincolo non c’entra".