"Grand Hotel" Oasi aperto, e centinaia di ospiti in arrivo, ad ali spiegate. Anatre, gabbiani, cormorani, svassi, e decine di altre specie: in minima parte stanziali, per la stragrande maggioranza ospiti dell’inverno, il tempo del riposo e della fuga dal gelo. La location è pronta. Non si fermano fra autunno e inverno i grandi lavori portati avanti dai volontari dell’Oasi del WWF nata sulle ceneri di una cava di prestito per la Teem, ormai quasi dieci anni fa.
Anche in queste settimane il lavoro è senza sosta: per allestire e sistemare i percorsi, ripristinare infrastrutture danneggiate, intervenire con attività specifiche sulle zone a prato. Tutto quanto, insomma, risulta complesso eseguire in estate, quando il caldo è torrido e le visite guidate frequenti portano sul luogo numerosi turisti ambientali. Si sono ufficialmente interrotte in autunno anche le attività di inanellamento, proseguite tutta l’estate sotto egida di un progetto Ispra. In futuro potrebbero essere anche invernali: ma occorre una idonea struttura riparo per gli operatori. Ci si prepara invece alla conta ufficiale degli "ospiti d’inverno": partirà nei prossimi giorni e durerà sino a gennaio un censimento scientifico che consentirà il conteggio, al momento ipotetico, del numero delle specie che albergano all’Oasi nella stagione fredda. I cosiddetti "svernanti".
"Sono tanti - così Antonio Delle Monache del Wwf -. Sicuramente anatre, di differenti specie. Moretta e germano reale. Svasso piccolo, che qui vediamo quasi soltanto d’inverno. Gabbiani: ogni inverno almeno 700 esemplari. Beccaccini. E cormorani, una specie negli ultimi anni invisa perché additata come sterminatrice della fauna ittica dei nostri fiumi". Un momento di rabbia ecologista. "Un’etichetta assolutamente immeritata. Il cormorano può essere un predatore pericoloso per le riserve di pesca o per gli allevamenti. Ma attribuire a questo volatile la colpa delle condizioni dei nostri fiumi, dove la fauna ittica è stata ridotta al lumicino da ben altri fattori, è assolutamente assurdo e ingiusto. Noi, al contrario, i cormorani li accogliamo a braccia aperte".
Per i volatili svernanti riparo e "letti": gli isolotti a canneto che sono stati predisposti dai volontari solo l’estate scorsa e sono posizionati strategicamente sullo specchio d’acqua del lago, "funzionano a meraviglia". Fra le attività invernali, probabilmente, vi sarà una giornata d’apertura in occasione della pulizia dei nidi, "che può dare interessanti informazioni sulla nidificazione e sulla riproduzione". Il calendario delle aperture 2025 è invece in questi giorni in fase di lima da parte dei volontari e sarà comunicato nelle prossime settimane. L’Oasi Naturalistica della Martesana misura 30 ettari e si trova a cavallo fra i territori di Pozzuolo e di Melzo. Un pezzo di territorio sfruttato e rvedibile e sorprendente ripopolamento.