I lavoratori sanitari soggetti all'obbligo di vaccino contro il Covid devono ricevere informazioni adeguate sui possibili rischi a cui vanno incontro. Un compito che tocca all'Ats, chiamate a fornire agli interessati il bugiardino del farmaco studiato per prevenire l'infezione da coronavirus. Lo ha stabilito il Tar della Lombardia, accogliendo il ricorso di due professioniste del settore sanitario contro l'Agenzia di tutela della salute. Le due lavoratrici avevano chiesto numerosi documenti, dai foglietti illustrativi a resoconti sui decessi e gli effetti avversi. L'Ats (l'erede dell'azienda sanitaria locale, in Lombardia) non ha risposto alla loro sollecitazione nel termine di 30 giorni dal ricevimento della richiesta, il che ha comportato il cosiddetto 'silenzio-rifiuto'. Le operatrici sanitarie hanno così fatto ricorso e chiesto la condanna dell'Ats, ente che è diretta emanazione della Regione in campo sanitario.
L'ordinanza
I giudici del Tar hanno dato parzialmente ragione alle due professioniste, sancendo che "hanno diritto ad accedere al documento contenente le informazioni fornite dalla Regione Lombardia all'Ats, in relazione alla somministrazione della vaccinazione e ai documenti contenenti le specificazioni delle condizioni cliniche in astratto individuate come pericolose per la salute dei destinatari dell'obbligo vaccinale". L'Ats deve inoltre rendere accessibili "il modulo integrale per la raccolta del consenso informato alla somministrazione del vaccino e i foglietti illustrativi dei vaccini autorizzati per la prevenzione del contagio, anche mediante l'indicazione degli indirizzi dei siti istituzionale su quali sono pubblicati". E' stata respinta, invece, la richiesta di avere accesso ai documenti che specificano i rischi e i benefici "specificati per fasce di età, effetti avversi degli eccipienti e delle sostanze attive in esso contenute, possibili alternative mediche per conseguire un livello di maggiore immunizzazione".