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Colombo Clerici* Abbiamo recentemente assistito a un dibattito suscitato dalle recenti prese di posizione di Ilaria Salis a proposito di occupazione...
Colombo Clerici* Abbiamo recentemente assistito a un dibattito suscitato dalle recenti prese di posizione di Ilaria Salis a proposito di occupazione delle case altrui. Il dibattito era incentrato su un presunto dualismo tra diritto di abitare e diritto di proprietà privata. Ne è scaturito un discorso, per quanto ne ho capito, quasi surreale, anche da parte di chi non sta con la Salis. È vero, si è detto, il diritto di proprietà è connaturato all’uomo; ma il diritto di abitare è riconosciuto anche dalla dottrina sociale della Chiesa: occorre contemperare. Ebbene, per rispondere, basta rifarsi al nostro Ordinamento, che contiene le norme di sistema di uno Stato civile e democratico, in cui il cittadino, a fronte delle tasse pagate, ha una posizione di diritto che gli deve essere assicurata. In questo sistema, la casa è un bene quando si tratti di proprietà privata ed è un servizio quando si tratti di dare l’abitazione ai meno abbienti. Ma il servizio lo deve fornire lo Stato, non i privati: parliamo di edilizia residenziale pubblica o edilizia popolare. Di questa lo Stato si è in gran parte dimenticato (conseguenze: la penuria di case, la pressione della domanda che sale e i prezzi che aumentano) tendendo a scaricare sul privato parte di questo onere. Quanto alle occupazioni abusive, è come si ipotizzasse che qualcuno per sfamarsi possa entrare nei forni per prendersi a forza il pane. È chiaro che non si debbano lasciar morire di fame gli affamati. Ma allora, non è questione di principi, è questione che lo Stato non funziona e la prima preoccupazione dev’esser dunque quella di rimettere lo Stato in carreggiata. E, prima, va rimessa in carreggiata l’Unione Europea che, nell’arco di decenni, non ha mai posto la priorità delle politiche abitative, tanto che 40 città europee, tra cui Milano, capeggiate da Lione, nel settembre del 2023 l’hanno sollecitata in proposito. L’UE viceversa ha concentrato tutta la sua attenzione sul green deal che ad oggi, imponendo cappotti e quant’altro alle case, ha già sottratto al nostro Stato risorse finanziarie che avrebbero permesso di realizzare 1 milione e 200mila nuovi alloggi: una volta e mezzo le case popolari attualmente esistenti. *Presidente Assoedilizia