MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Salva Milano, le intercettazioni: a Roma pressing sul decreto, a Milano la congiura anti-Sala

L’assessore alla casa Guido Bardelli (non indagato) al telefono con l’ex dirigente Giovanni Oggioni (ai domiciliari): “Dobbiamo far cadere questa Giunta”

Il sindaco Giuseppe Sala, l'assessore alla casa Guido Bardelli e l'ex dirigente comunale Giovanni Oggioni

Il sindaco Giuseppe Sala, l'assessore alla casa Guido Bardelli e l'ex dirigente comunale Giovanni Oggioni

Milano, 6 marzo 2025 – Decreto Salva Milano definitivamente affossato da chi non ti aspetti: lo stesso Comune di Milano. Il provvedimento, già in bilico al Senato a causa dei probabili emendamenti del Pd che lo avrebbero rispedito alla Camera, ieri ha ricevuto un duro colpo dalle intercettazioni telefoniche collegate alle indagini della Procura sugli arresti domiciliari per corruzione dell’ex dirigente comunale e componente della Commissione Paesaggio Giovanni Oggioni e sull’interdittiva per traffico di influenze illecite ai danni di un altro componente della Commissione Paesaggio, Marco Emilio Cerri.

Il pressing

Sì, perché dalle intercettazioni emerge il ruolo di Oggioni e Cerri come consulenti di alcuni politici nella scrittura del Salva Milano, tra cui il parlamentare e leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, l’ex capogruppo di FdI ora ministro per gli Affari europei Tommaso Foti e il senatore della Lega nonché sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessandro Morelli.

Lo scorso 24 ottobre Oggioni, al telefono con un avvocato, spiegava che il testo del Salva Milano di cui stanno parlando arriva “direttamente dalla Camera, cioè da Lupi”, che si tratta della prima bozza che “mi arriva da quella fonte” e che gli hanno richiesto di esprimere in merito “opinioni pareri e commenti”.

Cerri, dal canto suo, in un’altra intercettazione racconta che “che ha dato lui il testo al relatore del disegno di legge, onorevole Tommaso Foti (allora ancora capogruppo di FdI, ndr), in accordo con Guido”, cioè con Guido Bardelli, assessore comunale alla Casa (non indagato).

Le reazioni

Intercettazioni che hanno provocato immediate reazioni politiche. Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde, in una nota affonda il decreto: “Il Salva Milano è stato scritto dagli stessi funzionari indagati e poi consegnato al relatore in commissione Ambiente. Per questo non può esserci alcun dubbio: la legge Salva Milano va fermata”.

Netta la contrarietà anche da parte del M5S, mentre il segretario milanese della Lega Samuele Piscina critica “il “sistema Milano“ dettato dalla politica delle amministrazioni Pisapia e Sala”.

Nel tardo pomeriggio, intanto, il Comune, in una nota, sottolinea che “gli elementi di novità, e purtroppo di maggiore gravità, descritti negli atti di accusa inducono questa amministrazione a non sostenere più la necessità di proseguire nell’iter di approvazione della proposta di legge cosiddetta “Salva Milano“”.

Il sindaco

In mattinata il sindaco Giuseppe Sala si era limitato a dire di essere “preoccupato” e che “se uno ha sbagliato, che paghi anche duramente. Sia chiaro. Ci rimettiamo a quello che la Procura e il sistema giudiziario stanno facendo”.

Nessun cenno al dietrofront sul Salva Milano. La decisione di dire basta al decreto che puntava a sbloccare lo stallo urbanistico in città è arrivata nelle ore seguenti, quando a Palazzo Marino hanno constatato che le intercettazioni rendevano ormai indifendibile il provvedimento approvato alla Camera lo scorso novembre ma che in Senato il Pd non aveva nessuna intenzione di far passare.

Sgambetto a Sala

Non solo. Nelle intercettazioni emerge un altro passaggio politicamente rilevante. Nel dicembre 2023, quando Bardelli è ancora un semplice avvocato e non ancora l’assessore alla Casa (la nomina di Sala è del luglio 2024, ndr), egli, parlando con Oggioni, dice “dobbiamo far cadere questa Giunta”.

Una conclusione a cui Bardelli arriva commentando negativamente con Oggioni “gli interventi dell’assessore Giancarlo Tancredi e della direttrice della Rigenerazione urbana, Simona Collarini, in merito alla variante in discussione del Pgt (il Piano di governo del territorio, ndr), fatti durante una riunione presieduta da Regina De Albertis, alla guida di Assimpredil Milano”.