LUCA TAVECCHIO
Cronaca

Old Fashion chiude a Milano: "Sicurezza? No, contratto scaduto". Da Ronaldo a Clooney, ecco i vip passati nel locale

Il locale spegnerà le luci mercoledì 31 gennaio 2024: “Ma riapriremo in un altro luogo”. Negli ultimi tempi all’esterno avvenute anche aggressioni, come quella a Niccolò Bettarini.

Old Fashion spegne le luci: "Ma riapriremo in un altro luogo. Sicurezza? No, contratto scaduto"

Old Fashion spegne le luci: "Ma riapriremo in un altro luogo. Sicurezza? No, contratto scaduto"

La data è mercoledì 31 gennaio 2024. Dal giorno dopo, i locali del Palazzo dell’Arte che ospitano la discoteca Old Fashion dovranno essere liberi perché la Triennale inizierà i lavori di ristrutturazione della sala da ballo e del giardino. Che non saranno più dedicati al divertimento notturno, ma diventeranno nuovi spazi espositivi collegati al Museo del Design.

Si chiude così una storia durata 90 anni, tanto lunga quanto singolare: una discoteca dentro uno dei palazzi simbolo della cultura non solo milanese. Una storia iniziata nel 1933 con l’inaugurazione del Palazzo dell’Arte, che comprendeva già sala da ricevimento e ristorante, proseguita negli anni 50 con la sala da ballo Trianon e proseguita, con varie trasformazioni, di nomi e gestioni, fino ai giorni nostri. "Ma il 31 gennaio dell’anno prossimo finirà solo la storia dell’Old Fashion dentro alla Triennale – dice Roberto Cominardi, gestore del locale insieme al fratello dal 1992 – La discoteca non morirà, riaprirà in un’altra sede, che stiamo già valutando".

Nel locale accanto alla Triennale in questi 90 anni sono passati davvero tutti: stelle del cinema americano come Leonardo DiCaprio e George Clooney, ma anche di casa nostra come Marcello Mastroianni, sportivi di fama mondiale come Ronaldo, cantanti e musicisti di tutti i calibri, dai trapper Sferaebbasta e Lazza (per citare gli ultimi in ordine di tempo), alla pop star Justin Bieber e, negli anni 80, Whitney Houston. Anche se una delle date storiche del locale è il 23 maggio del 1968, quando sul piccolo palco del locale (che da due anni era stato ribattezzato Piper Club, come la discoteca di Roma) si esibì Jimi Hendrix.

Negli ultimi anni invece la discoteca della Triennale – in realtà, i suoi spazi esterni – è stata sotto i riflettori per motivi di cronaca più che per la musica e il divertimento. Nel luglio del 2018 nei giardinetti di fronte all’entrata di via Camoens venne accoltellato Niccolò Bettarini, figlio di Simona Ventura e Stefano Bettarini, e nell’ottobre del 2019 una ragazza denunciò di essere stata violentata proprio davanti al locale. Episodi che portarono alla chiusura temporanea disposta dal questore per motivi di sicurezza.

"La sicurezza però non c’entra con la chiusura della discoteca in Triennale – sottolinea Cominardi – Del resto, gli episodi di criminalità che si sono registrati fuori dal locale sono gli stessi di cui sentiamo parlare tutti i giorni in tante zone della città. Semplicemente il contratto d’affitto era scaduto e Triennale ha deciso di non rinnovarlo perché per quegli spazi ha altri progetti. Da parte nostra non ci sono rabbia, rimpianto o frustrazione. Personalmente, posso dire che c’è un po’ di tristezza, avendo speso in questo locale trent’anni della mia vita. Quando lo prendemmo era in pratica una balera. Ora è un posto conosciuto in tutto il mondo, frequentato da personaggi famosi, turisti e tanti giovani. Un locale che è diventato un simbolo della vita notturna di Milano".