In origine fu il processo Ruby. Silvio Berlusconi era accusato di prostituzione minorile per aver fatto sesso con la ragazza marocchina Karima El Mahroug in arte Ruby “rubacuori”, all’epoca ancora 17enne. Alla fine fu assolto perché i giudici conclusero che l’ex premier non avrebbe potuto sapere che Ruby non aveva ancora raggiunto la maggiore età.
In seguito si scoprì che una ventina di ragazze sentite come testimoni in quel processo - dove avevano per lo più negato le "cene eleganti" di Arcore e i dopocena a base di "bunga bunga" - erano state sistemate in un residence di via Olgettina (da qui l’inevitabile qualifica di “olgettine“) e avevano ricevuto periodicamente laute mance mensili dall’allora Cavaliere attraverso il suo “tesoriere“ di fiducia, il ragionier Giuseppe Spinelli. Da lì il processo “Ruby ter” per corruzione in atti giudiziari nei confronti sia delle ragazze che di Berlusconi, durato qualcosa come sei anni per il solo primo grado. Ieri tutte assolte tra felicità, sollievo e timori di un possibile giudizio d’appello.
Nel frattempo si è chiuso definitivamente con tre condanne il “Ruby bis”, processo che vedeva alla sbarra Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti (l’ex igienista dentale di Berlusconi) accusati di aver portato ad Arcore le ragazze disponibili. Secondo i giudici, la maggior parte delle giovani - Karima compresa - avrebbe reso falsa testimonianza nel ripetere in aula quasi in fotocopia la versione delle "cene eleganti": in cambio sarebbero state stipendiate dal leader “azzurro“ con bonifici da 2.500 euro al mese, altri versamenti, contratti tv, case e macchine.
Dieci milioni di euro in totale per comprare il loro silenzio, di cui cinque finiti a Ruby che, hanno ricostruito i pm, spendeva "centinaia di migliaia di euro. Più di così c’era solo da buttare i soldi dalla finestra". Agli atti (delle telefonate intercettate) rimane il pressing di altre ex showgirl: "Domani butto giù il cancello di Arcore, vado a rubargli una macchina al vecchio". Per la difesa l’ex premier fu solo "generoso" a passare tutti quei denari a ragazze dalla vita "distrutta". A ottobre Karima, dopo più di dieci anni, si presentò di nuovo in aula per riprendersi la sua "vita", disse ai cronisti, e uscire "dall’incubo". Oggi in un hotel milanese può finalmente presentare il libro con la sua autobiografia in cui racconta la verità,tutta la verità...