Milano - Stavolta nessun MiTo, cioè nessuna intesa tra Milano e Torino. Il sindaco Giuseppe Sala punta a ospitare le gare olimpiche di pattinaggio di velocità nel capoluogo lombardo: l’ipotesi su cui Comune e Regione Lombardia stanno lavorando – secondo alcune indiscrezioni – è realizzare l’ovale nella Fiera di Rho e non far traslocare una parte dei Giochi invernali Milano-Cortina 2026 in Piemonte, più precisamente nella pista già utilizzata per le Olimpiadi di Torino del 2006. Stiamo parlando della pista a Cinque Cerchi che nel dossier olimpico del 2026 era stata inizialmente localizzata a Baselga di Pinè, in Trentino. Le istituzioni territoriali, però, hanno deciso di rinunciare alle gare olimpiche di pattinaggio di velocità perché la nuova pista a Baselga, anzi per la precisione nella frazione di Miola di Pinè, in provincia di Trento, sarebbe costata 70 milioni di euro. Troppi per delle Olimpiadi low cost che puntano a non creare inutili “Cattedrali nel deserto’’.
Dopo la rinuncia trentina, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo e il governatore del Piemonte Alberto Cirio hanno subito avanzato la candidatura della città della Mole e del suo ovale già esistente, ma bisognoso di un’importante riqualificazione. Ma l’opposizione milanese-lombarda non si è fatta attendere. Il primo a scendere in campo è stato il governatore Attilio Fontana e ieri ha preso posizione anche il sindaco Sala: "La pista di pattinaggio di velocità da Baselga di Pinè a Torino? La situazione mi pare abbastanza chiara, in principio, poi bisogna capire come gestirla tecnicamente. Se la pista può essere tenuta a Milano, e stiamo verificando se ci sono le condizioni, è giusto così. A suo tempo Torino aveva rinunciato a essere parte dei Giochi 2026, non è stata esclusa (il passo indietro, deciso dall’allora prima cittadina grillina Chiara Appendino, risale al 2018, ndr ). Dunque è giusto che quelle gare rimangano a Milano o in una delle sedi naturali (Lombardia o Veneto, ndr ). Noi stiamo lavorando perché restino a Milano. Nel caso non si potesse, si può ragionare su Torino".
Il nodo è tecnico ed economico. La Lombardia deve trovare un luogo coperto capace di ospitare una pista ovale lunga 400 metri e larga 12 metri con intorno tribune da 8.500 posti (la capienza previste intorno alla pista di Baselga di Pinè, ndr ). Non proprio uno scherzo, tanto che né i due nuovi palazzetti milanesi previsti per le Olimpiadi 2026 – il PalaItalia a Santa Giulia e la Milano Hockey Arena a Lampugnano – né quello già esistente nell’area metropolitana milanese – il Forum di Assago – possono ospitare una pista tanto grande, né tantomeno può riuscirci il PalaAgorà di via dei Ciclamini. Esclusa anche l’ipotesi, avanzata nei mesi scorsi, dell’Arena civica meneghina, la cui pista intorno al campo di gioco è di 400 metri ma non è coperta. Lo spazio necessario per l’ovale di 400 metri c’è sotto i maxi-padiglioni della Fiera di Rho, ma la soluzione è ancora allo studio. "Bisogna vedere quanto si spenderebbe per realizzare la pista a Milano oppure per mettere a posto l’ovale di Torino", spiega Sala quando qualcuno gli ricorda che la rinuncia di Baselga di Pinè vuol dire risparmiare 70 milioni di euro.
Ne fa una questione economica anche il ministro delle Infrastrutture e leader della Lega Matteo Salvini, che nei giorni scorsi aveva aperto all’opzione Torino: "Chi è più pronto e ha più soldi lo faccia. Dove si pattina non lo decido io". Il governatore lombardo e lumbard Fontana intanto, sottolinea che sono in corso "valutazioni economiche e tecniche. Penso che si debba trovare una soluzione che possa rispondere a questa esigenza". Il presidente piemontese Cirio, infine, osserva che "coinvolgere Torino e il Piemonte vuol dire risparmiare soldi dei cittadini ma anche suolo e ambiente".