Terminata l’edizione estiva dei Giochi Olimpici di Parigi, in casa lombarda, si guarda con soddisfazione ai risultati e con tranquillità al futuro chiamato Milano-Cortina, i Giochi invernali che partiranno il 6 febbraio 2026. È sereno il presidente della Lombardia Attilio Fontana: la Regione ha contribuito al 25% delle medaglie.
La Lombardia ha risposto presente a Parigi...
“È la dimostrazione che lo sport è molto seguito, ci sono centri importanti dove gli atleti possono prepararsi e grande determinazione. I lombardi hanno voglia di superare le difficoltà, nella vita e nello sport, e questo ci permette di avere 5 ori su 12 targati Lombardia”.
C’è una medaglia per cui si è emozionato di più?
“Mi sono piaciute tutte. Quella che mi ha emozionato di più, perché è stata la prima e di un atleta che è un amico di Varese, è l’oro di Niccolò Martinenghi nei 100 rana”.
Nei prossimi mesi sarà organizzato un incontro celebrativo in Regione?
“Sì, anche se più in là si va più c’è il rischio che gli atleti non ci siano. In ogni caso, faremo in modo ringraziare i medagliati ma non solo. Non dobbiamo dimenticare che lo spirito olimpico è la partecipazione, arrivare ai Giochi è un sogno di tanti giovani che pochissimi riescono a realizzare. A Parigi sono state rivalutate le medaglie di legno: credo sia doveroso trovare un riconoscimento anche per loro”.
Roncadelle e Brembate di Sopra hanno fatto incetta di medaglie, è un miracolo?
“È il risultato delle presenza degli impianti. Parlo anche del centro federale di ciclismo di Montichiari che la Regione ha voluto, finanziato e sviluppato. Penso all’Accademia Internazionale della Ritmica a Desio e a quella dell’artistica a Brescia. Grandi strutture e atleti determinati con capacità di soffrire per realizzare i propri sogni”.
Ospitare le Olimpiadi porta indotti: cosa si aspetta per Milano-Cortina 2026?
“Prima di presentare la candidatura abbiamo fatto fare valutazioni alla Bocconi e all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Era emersa una previsione di indotto di parecchi miliardi. Queste manifestazioni lasciano sempre un beneficio per i territori che va oltre l’evento e determina un miglioramento degli impianti, delle infrastrutture e di immagine. Una delle cose che mi disturba di più è che molte polemiche sono sulle somme che verranno impiegate per la realizzazione non delle Olimpiadi ma di strutture che in realtà andavano rifatte da anni. Sono opere che resteranno sul territorio”.
Non sarebbe il caso di investire di più sullo sport?
“Bisognerebbe cercare di individuare necessità e priorità. Dobbiamo stare attenti ai limiti posti dall’Europa e a come verranno interpretati nel nostro Paese. Il 2025 rischia di essere un anno in cui sarà limitata la possibilità di fare investimenti, però non ci sono dubbi che si debba puntare sull’ambito sportivo: come Regione, anche per l’anno prossimo, cercheremo di fare la nostra parte”.
Qual è la situazione in vista dei Giochi invernali 2026?
“A livello di impianti sportivi siamo assolutamente in linea e le cose procedono senza preoccupazioni. Per le infrastrutture viabilistiche, le più importanti, come la variante di Tirano o Sondrio, sono in pari: è prevista la conclusione prima dell’inizio delle Olimpiadi e stiamo lavorando a livello ferroviario. È chiaro che per realizzare quelle infrastrutture si stanno creando disservizi al funzionamento dei treni che raggiungono la Valtellina, ma è una conseguenza inevitabile: quelle infrastrutture ne avevano bisogno”.
Non ci sarà nessun ritardo?
“Ci sono stati sicuramente ritardi nel passato, ma le opere fondamentali saranno realizzate. Altre, non strettamente indispensabili per i Giochi, magari saranno concluse dopo”.
E la pista da bob a Cortina?
“Da quello che ho letto le scadenze saranno rispettate”.
L’inchiesta su Milano-Cortina la preoccupa?
“La società è stata costituita sulla base di una legge dello Stato e di un’interpretazione autentica da parte del Governo. Chiedo si dia una risposta rapida e un’indicazione chiara su come ci si debba comportare: dobbiamo sapere se queste Olimpiadi le possiamo organizzare o se dovremo dire che non siamo in grado di farle. Se passasse la tesi della Procura di Milano non so chi prenderà le decisioni. Se si dovessero ripubblicare i concorsi per assumere tutte le persone della Fondazione, e così per il resto, non faremmo in tempo. Ognuno si assuma le proprie responsabilità e dica chiaramente se possiamo o no ospitare le Olimpiadi del 2026”.