"Bisogna trovare una strada che ci consenta di arrivare in tempo alle Olimpiadi Invernali del 2026, perché se continuiamo ad applicare il codice degli appalti nella formulazione attuale, c’è il rischio di non riuscire a realizzare alcune opere, nonostante la buona volontà". Parole e allarme del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che, intervenuto alla presentazione del quinto Forum “Food&Beverage“, in programma a Bormio il 4 e 5 giugno, risponde così a chi gli chiede se entro il 2026, l’anno dei Giochi Invernali di Milano e Cortina, saranno ultimati i 50 chilometri di superstrada tra Morbegno e la stessa Bormio.
"Abbiamo bisogno che si imbocchi la via della semplificazione – spiega il governatore lombardo – e che ci si renda conto che siamo nel 2021. Alcune pratiche bizantine vanno superate, visto che non sono più compatibili. Ne abbiamo parlato a lungo con il vecchio Governo, e adesso stiamo cercando di fare lo stesso con il nuovo". Anche perché, sottolinea Fontana, "oltre a tutte le opere legate alla Valtellina ce ne sono altre relative alle Olimpiadi che attendono di poter partire". Da parte sua, Massimo Sertori, assessore regionale a Enti locali, Montagna e Piccoli Comuni, ricorda l’entità delle somme in campo: "Come Regione Lombardia abbiamo un investimento di 560 milioni di euro per migliorare le vie di collegamento su strada e su ferro". Quanto al Governo, a novembre ha dato il via libera ad un decreto che stanzia 1 milairdi di euro per le opere da realizzare nei territori coinvolti dai Giochi. Un finanziamento indiretto.
Ma non c’è solo il tema della semplificazione. A condizionare il business plan delle Olimpiadi potrebbe essere anche l’eredità del Coronavirus, sebbene l’evento sia in programma nel 2026. Un’eventualità già anticipata su queste pagine e poi confermata da Andrea Monti, direttore della comunicazione della Fondazione Milano-Cortina, a gennaio nel corso di un’audizione davanti alla commissione Territorio e Infrastrutture di Regione Lombardia. Per effetto del virus, potrebbe infatti rimanere l’obbligo del distanziamento. Da qui la possibilità di vendere meno biglietti di quanti se n’erano preventivati prima della pandemia. Secondo il dossier di candidatura, la vendita dei ticket avrebbe dovuto portare nelle casse del comitato organizzatore dei Giochi 266 milioni di euro, cifra ora rivista al ribasso: 250 milioni. L’obiettivo della Fondazione è chiudere in pari: i Giochi costeranno 1,5 miliardi e i ricavi devono valere altrettanto. Il Comitato Olimpico Internazionale (Cio) garantisce contributi per 600 milioni, gli altri 900 milioni sono da reperire. Si sta lavorando, quindi, per compensare gli eventuali minori introiti da ticket in altri modi, soprattutto attraverso la produzione di contenuti utili ad attrarre gli sponsor.
Giambattista Anastasio