Marco
Percoco*
Non bisogna nascondersi dietro un dito. La nostra città, Milano, è stata additata, soprattutto nel 2020, come uno degli epicentri mondiali della pandemia e al pari di altri territori, ha subito una contrazione delle attività economiche quantificabile nel -10% del fatturato. Bisogna ammettere, però, che l’effetto della crisi sanitaria per Milano è qualcosa di più profondo. Mi riferisco, qui, ad un danno legato all’immagine, al brand della città. Dopo l’Expo 2015, Milano ha vissuto quattro anni di euforia. La pandemia ha spazzato via quello spirito. Le Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026 offrono giusto l’occasione di cui si aveva bisogno. Questo evento potrà avere due differenti effetti sullo sviluppo della città. Una prima tipologia di impatto economico è legata alla spesa per la ristrutturazione degli impianti, alla spesa dei turisti ed anche per l’organizzazione. È, questo, l’impatto certamente più visibile. Secondo uno studio che abbiamo condotto presso il GREEN Bocconi, a fronte di circa 1,2 miliardi di euro di investimenti nella sola Lombardia, si otterebbero 2,9 miliardi di euro di produzione, 1,2 miliardi di valore aggiunto e oltre 22.000 posti di lavoro. Perchè questi effetti positivi possano manifestarsi concretamente sul territorio, è necessario fare perno sul settore delle costruzioni. Il secondo tipo di impatto è invece tutto da definire, è meno visibile, ma rischia di essere il più importante nel lungo periodo. Mi riferisco, qui, alla capacità di trasformare l’evento-Olimpiadi in una vetrina ove la qualità della vita urbana, di Milano e soprattutto dell’area metropolitana, possa emergere in maniera significativa. È necessario un chiaro piano di investimenti straordinari sulle persone, tutte, entro il 2026: sulle scuole, sugli asili, sui teatri, sull’offerta culturale. Sono queste le dimensioni che rendono una città attrattiva e, di conseguenza, competitiva.
*Università Bocconi