MASSIMILIANO SAGGESE
Cronaca

Olimpiadi, i ricordi di Marino Vigna da Rozzano: "Quando a Roma 1960 vinsi la medaglia d’oro"

Ciclista classe 1938, si laureò campione nell’inseguimento a squadre. "Faccio gli auguri agli azzurri, speriamo di ottenere successi come a Tokyo"

Marino Vigna, 85 anni, mostra la medaglia d'oro vinta a Roma 1960

Marino Vigna, 85 anni, mostra la medaglia d'oro vinta a Roma 1960

Rozzano (Milano) – Un olimpionico rozzanese da oggi sarà davanti allo schermo per seguire le Olimpiadi. È Marino Vigna, classe 1938, ha vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1960 a Roma per il ciclismo nella categoria inseguimento a squadre.

Quella di Vigna è una passione di famiglia, suo padre era un corridore e aveva un negozio a Milano dove vendeva e aggiustava biciclette. A soli 17 anni Marino ha iniziato ad allenarsi con lo Sport Club Genova, storica società sportiva milanese dove le sue doti non passano inosservate. Diventato presto campione italiano di inseguimento a coppie, ottiene ottimi risultati in molte gare, sia in Italia che all’estero, fino ad essere inserito, nel 1960, nella squadra olimpica per la XVII edizione dei giochi a Roma dove vince la medaglia d’oro nell’inseguimento a squadre di ciclismo con Vallotto, morto giovanissimo, Arienti - scomparso a febbraio - e Testa.

Alla scorsa edizione delle Olimpiadi (2021) l’Italia ha vinto l’oro nell’inseguimento a squadre con Filippo Ganna, Simone Consonni, Jonathan Milan e Francesco Lamon dopo 61 anni dalla vostra impresa, come l’ha vissuta?

"Molto emozionante, ho atteso tanti anni. Hanno scritto un’importante pagina della storia del ciclismo, stabilendo anche il record mondiale. Un’impresa che ha entusiasmato tutti. Noi avevamo sfiorato il bis nel 1964 poi era stato il declino".

Come vede la spedizione degli azzurri della due ruote a questa olimpiade?

"Faccio gli auguri agli azzurri di tutte le discipline sperando di tutto cuore di ottenere successi come all’ultima edizione di Tokyo, anche se non sarà facile ripetere. Speriamo di sì ma restiamo con i piedi per terra".

Che differenze ci sono tra il ciclismo di ieri e quello di oggi?

"Il modo di fare comunicazione. Credo di aver avuto più riconoscimenti e popolarità dopo il successo del 2021 che quando ho vinto la medaglia. Quelle di Roma sono state forse le ultime olimpiadi “umane”. Poi è subentrata la scienza che ha tolto del genuino alla corsa".

Cosa le manca del passato del ciclismo?

"Sicuramente il Velodromo di Milano che è stato demolito nel 2008 ed era una struttura storica per lo sport italiano".

Vedrà i giochi in tv?

"Certamente: seguirò tutte le gare di ciclismo. Già sabato c’è Ganna in pista. Durante le Olimpiadi di Tokyo ho perso qualche gara per via dell’orario, ma quelle di Parigi saranno trasmesse in diretta e vedrò tutto quello che posso".