Gli occhi sono puntati sull’area dove sorgerà l’Arena olimpica a Santa Giulia. Sì, perché i lavori per arrivare in tempo per i Giochi invernali Milano-Cortina del 2026 vanno avanti, non è scattato nessun allarme rosso, ma è vietato perdere tempo o registrare ritardi, perché l’attuale cronoprogramma dell’opera è pensato per consegnare il nuovo palazzetto dello sport da 16 mila posti giusto in tempo per il collaudo da parte del Comitato olimpico internazionale (Cio) e le partite di hockey su ghiaccio maschile.
Il punto sulle opere milanesi in vista delle Olimpiadi, non può non partire da quello che nel dossier tricolore a Cinque Cerchi era stato definito il PalaItalia, poi ribattezzato Arena Santa Giulia, in attesa del nome finale, che sarà deciso solo dopo i Giochi del 2026 tramite trattative tra Eventim (la multinazionale che sta realizzando e gestirà il palazzetto ) e gli sponsor desiderosi di apporre il proprio marchio sull’impianto sportivo. Oltre ai tempi per i lavori, da tenere costantemente monitorati per evitare brutte sorprese, l’altro nodo da sciogliere legato all’Arena Santa Giulia riguarda gli extracosti. Sì, perché alla stima iniziale di 180 milioni di euro per realizzare il nuovo palazzetto, si sono aggiunte spese aggiuntive, dovute al rincaro dell’energia e dei costi delle materie prime, che vanno dai 70 ai 90 milioni di euro. Extracosti che Eventim ha già chiesto al Comune di Milano, alla Regione Lombardia e al Governo di coprire, almeno in parte, per agevolare la consegna dell’opera entro le Olimpiadi. Ma l’accordo ancora non è stato raggiunto.
Il nodo degli extracosti riguarda anche la seconda opera infrastrutturale meneghina per i Giochi del 2026, il Villaggio olimpico nello Scalo Romano. Il costo iniziale era di 100 milioni di euro, a cui vanno aggiunti altri 40 milioni di euro. Manfredi Catella, ceo di Coima Sgr, che sta realizzando l’opera, ha avuto più di un colloquio con la Fondazione olimpica e con il Governo, oltre che con Comune e Regione, per ottenere in tutto o almeno in parte la spesa aggiuntiva non inizialmente prevista. Ma, come nel caso dell’Arena Santa Giulia, il nodo extracosti resta ancora da sciogliere. In ogni caso Coima sta andando avanti con i lavori del Villaggio olimpico – i sei palazzi per ospitare gli atleti nel 2026 e, successivamente, 1.700 studenti, sono giunti al tetto – e lo scorso 7 marzo, durante l’ultimo sopralluogo con la stampa, Catella assicurava che il Villaggio olimpico sarà consegnato nel luglio del 2025, con tre mesi d’anticipo rispetto alla tabella di marcia iniziale.
Milano ospiterà anche la cerimonia inaugurale dei Giochi, il 6 febbraio 2026. Cerimonia che si svolgerà nello stadio di San Siro. Sul futuro del Meazza, al di là dell’appuntamento a Cinque Cerchi, c’è più di un’incognita, legata alle decisioni di Milan e Inter rispetto alla proposta di ristrutturazione dell’impianto studiata da Webuild e fortemente caldeggiata dal sindaco Giuseppe Sala. La risposta dei club dovrebbe arrivare entro luglio. In ogni caso, Comune (proprietario dell’impianto), Webuild e società sanno bene che la Scala del calcio dovrà presentarsi in grande spolvero per il 6 febbraio, senza cantieri dentro o fuori dalla stadio e con una serie di opere di restyling concordate con il Cio (da nuovi ascensori all’incremento delle aree per l’hospitality). Altro luogo-chiave nel capoluogo lombardo in chiave olimpica sarà Piazza Duomo, dove saranno consegnate una serie di medaglie.
Tornando agli impianti, non risultano particolari problemi per la realizzazione di arene temporanee all’interno dei padiglioni della Fiera di Milano-Rho per ospitare le gare di pattinaggio di velocità e di hockey su ghiaccio femminile (15 milioni di euro). Queste ultime si sarebbero dovute svolgere nell’ex Palasharp di Lampugnano, ma il progetto di ristrutturazione della struttura è naufragato per l’eccessivo aumento dei costi dovuti alle richieste del Cio per l’arena per l’hockey.