Bollate (Milano), 9 agosto 2024 – Chi lo conosceva ne parla come di un ragazzo dal cuore d’oro. Gentile, buono, con il sorriso sempre stampato in faccia. “Siamo della stessa zona e conosco Omar (Omar Bassi, il ragazzo morto dopo essere stato picchiato dai buttafuori in una discoteca di Origgio, nel Varesotto, ndr) da anni, anche il fratello Thomas e la sorella Desireé – spiega Giuseppe –. Grande tifoso dell’Inter, è sempre stato un bravo ragazzo, In passato aveva praticato la boxe”. Per gli amici era Omy. Faceva il panettiere a Bollate, un lavoro faticoso.
“Anche se si alzava presto o si trovava in alcune situazioni difficili, ha sempre sorriso e cercato di tirare su il morale a tutti. Non dimenticherò questo suo pregio, aveva una grande forza d’animo”, racconta l’amico Gabriele. Un legame speciale, fin da quando erano bambini, quello con la cugina Michelle. “Ho tre anni più di lui ed ero sempre da mia zia. Avevamo la stessa baby sitter, ridevamo, giocavamo insieme e ci siamo sempre trovati bene, anche una volta cresciuti. Era un ragazzo di sani principi, la famiglia in primis”.
Lo ha dimostrato anche quella sera in discoteca, sottolinea Michelle. “Si era speso per placare gli animi, perché non c’era bisogno di tutto quello che è successo. È intervenuto per difendere il fratello. Avrebbe dato tutto per la famiglia. Non meritava di finire così la sua vita”. Era un appassionato di musica e insieme al cugino Emanuel, conosciuto da tutti come Blaster aveva lavorato ad alcune canzoni, componendo sia i testi che le musiche.
Ed è sempre Emanuel che ha lanciato una campagna di raccolta fondi sulla piattaforma “Gofundme“, dove in poche ore sono stati già raccolti circa 5mila euro, rispetto al traguardo prefissato di 15mila. “Queste donazioni serviranno per aiutare i genitori di Omar Bassi nelle sostanziose spese di trasporto della salma dalla Calabria a Bollate, per le spese del funerale e i vari costi che ci saranno da intraprendere per avere giustizia”, dice Michelle.
Amici e conoscenti si sono riversati sui social per salutare il 23enne. “Omar aveva firmato per la donazione di organi e ora ha già aiutato e salvato undici persone”, rivela commossa Michelle. Nei giorni scorsi, dopo la tragedia, uno dei cugini di Omar ha disputato una finale di calcio: tutti i giocatori, compresi gli avversari, si sono stretti in un abbraccio durante il minuto di silenzio, che è stato dedicato al giovane bollatese. “Caro cugino mio anche in questa serata sei stato tra noi come ti piaceva fare quando venivi a vederci. Ti abbiamo voluto dedicare questa vittoria”.