Bollate – Flash mob in piazza Duomo a Milano, domenica 13 ottobre dalle ore 16, per chiedere giustizia per Omar Bassi, il ragazzo di 23 anni di Bollate, che il 5 agosto scorso è deceduto per emorragia cerebrale all'ospedale di Reggio Calabria, mentre era in vacanza con i suoi genitori e alcuni cugini, quindici giorni dopo essere stato picchiato dai buttafuori in un locale di Origgio, nel varesotto.
Dopo quello davanti al Tribunale e in piazzale Cadorna, famigliari e amici tornano nel capoluogo lombardo. “Non vogliamo che questa brutta storia finisca nel dimenticatoio – racconta Giusy Sala, mamma di Omar – io continuerò a lottare fino a quando non avrò giustizia per mio figlio. E non sono da sola, con me ci sono i nostri famigliari, i suoi amici, colleghi e studenti dell’Istituto Pareto dove Omar lavorava, come me, dietro al bancone del bar. Tutti gli volevano bene. Lui era un ragazzo gentile e sorridente con tutti".
Amici e famigliari del 23enne partiranno da Bollate, intorno alle 15.20 indossando le magliette con la foto di Omar e con lo striscione “Omy Blanco vive”. Ma rivolgono anche un appello. “Chiedo alle persone di trovare il tempo per venire a lottare insieme a noi, per Omar e per tutti i ragazzi e le ragazze che hanno il diritto di andare a ballare senza la paura di essere picchiati - si legge nell'ultimo post della cugina Michelle Sala - fate girare questo invito perché l'indifferenza su certe cose, soprattutto da parte dei giovani, è scioccante. Poteva capitare a chiunque...”.
Intanto la procura di Busto Arsizio ha aperto un fascicolo per omicidio preterintenzionale contro ignoti. L'ipotesi è che il decesso possa essere stato provocato da un danno causato dalla botte subite da Omar in discoteca e non rilevato durante la prima visita in ospedale, subito dopo il pestaggio. Al vaglio anche quello che è successo al pronto soccorso dell'ospedale di Garbagnate milanese dove Omar si era recato due giorni dopo perché aveva mal di testa e nausea, sottoposto ad una tac era stato dimesso con una prognosi di tre giorni, per ferite lacero-contuse e trauma cranico contusivo, tanto che era partito per le vacanze.
La Procura sta ricostruendo con esattezza i fatti. Il legale della famiglia, aveva anche rivolto un appello ad eventuali testimoni presenti quella sera nel locale notturno a farsi avanti o, nel caso li avessero, ad inviare immagini e foto. “Per il momento non sappiamo ancora nulla – conclude la mamma – ci hanno detto che le indagini dovrebbero concludersi entro fino ottobre. Noi aspettiamo perché vogliamo sapere cosa è successo e vogliamo sapere chi sono i responsabili della morte di Omar”.