ROBERTA RAMPINI
Cronaca

Omar Bassi, presidio in piazzale Cadorna: “Chi lo ha picchiato deve essere arrestato”. Si cercano video della serata in discoteca

La Procura di Busto Arsizio ha aperto un'inchiesta, per il momento contro ignoti, per omicidio preterintenzionale. Gli inquirenti dovranno determinare se esiste un nesso tra la morte del ragazzo e il pestaggio avvenuto in un locale di Origgio

Milano, 25 agosto 2024 – “Di quella sera mi ricordo le urla, il sangue e il casino. Omar era intervenuto per difendere il fratello Thomas, ma è stato colpito violentemente con calci e pugni in testa. Chi ha picchiato Omar deve essere arrestato e condannato. Continueremo a fare flash mob perché vogliamo che nessuno si dimentichi questa tragedia e per avere giustizia”. È il racconto di Michelle Sala, cugina di Omar Bassi, il ragazzo di 23 anni di Bollate, che il 5 agosto è deceduto per emorragia cerebrale all'ospedale di Reggio Calabria, mentre era in vacanza con i suoi genitori e alcuni cugini.

La madre di Omar Bassi al presidio in piazzale Cadorna a Milano: "Giustizia per mio figlio"
La madre di Omar Bassi al presidio in piazzale Cadorna a Milano: "Giustizia per mio figlio"

La Procura di Busto Arsizio ha aperto un'inchiesta, per il momento contro ignoti, per omicidio preterintenzionale. Gli inquirenti dovranno determinare se esiste un nesso tra la morte del ragazzo e il pestaggio raccontato da parenti e amici, avvenuto all’interno e poi anche all’esterno della discoteca DolceBeach di Origgio, in provincia di Varese, il 20 luglio. La cugina Michelle insieme agli amici ha deciso di organizzare presidi "per non dimenticare” e dopo quello di venerdì mattina davanti al Tribunale di Milano, oggi pomeriggio appuntamento in piazzale Cadorna, con megafono, striscione e le magliette con la fotografia del 23enne e la scritta ‘Omy Blanco vive’.

Amici e parenti si sono dati appuntamento davanti alla casa dove vive la famiglia di Omar, poi in treno hanno raggiunto Milano. "Non lasceremo mai sola la famiglia del nostro amico”, commenta uno di loro. Nei giorni scorsi hanno organizzato una raccolta di fondi per aiutare la famiglia di Omar a pagare le spese di trasporto della salma da Reggio Calabria a Bollate, ora stanno cercando qualcuno che era presente il 20 luglio in discoteca e che abbia ripreso la scena del pestaggio.

I genitori di Omar hanno già denunciato i buttafuori individuati dai testimoni come responsabili del pestaggio in discoteca, ma non basta. "Sicuramente qualcuno ha fatto dei video, per noi sono fondamentali, fatevi avanti se li avete, garantiremo l'anonimato”, aggiunge la cugina Michelle. Il 23enne ha donato gli organi, cornee, fegato, milza, reni, ha aiutato undici persone. “Era un ragazzo buono, io lo consideravo un fratello perché per qualche anno ho vissuto con la sua famiglia - conclude la cugina - quello che è successo a lui sarebbe potuto capitare anche ad altri, per questo non dormo al pensiero che quei buttafuori siano ancora in giro e che possano fare del male a qualcun altro. Non deve succedere più a nessuno, quelle persone devono andare in carcere”.