DAVIDE FALCO e LAURA LANA
Cronaca

Omar Bassi, la rabbia e il dolore: “Una fiaccolata per Omy. Vogliamo giustizia”

Eseguita l’autopsia sul 23enne morto in Calabria mentre era in vacanza. La denuncia della famiglia: picchiato dai buttafuori di una discoteca. Le esequie lunedì in parrocchia a Bollate. “Ma ora rispettate il nostro strazio”

Omar Bassi aveva 23 anni. I suoi organi sono stati donati

Omar Bassi aveva 23 anni. I suoi organi sono stati donati

Bollate (Milano), 10 agosto 2024 –  Tutti insieme, come sempre. Cugini, fratelli, zii, amici più stretti. Una grande famiglia, unita anche nel dolore. “Siamo straziati. Non vogliamo estranei ai funerali”. Lunedì alle 11 si terrà l’ultimo saluto a Omar Bassi alla chiesa Sant’Antonio di via Battisti a Bollate. “Quel giorno vogliamo stare tranquilli e sereni”, dice Michelle, la cugina 26enne, presente il 20 luglio alla festa al DolceBeach, il locale di Origgio dove Omar e il fratello Thomas sarebbero stati picchiati da cinque buttafuori, con calci e pugni alla testa e al volto. “Chiediamo solo giustizia e verità. Vogliamo che sia accertato ciò che è successo e che i colpevoli paghino per questo. Non è la prima volta che assisto a violenze del genere in discoteca: la morte di Omy sia un monito”.

I genitori del 23enne in questo weekend torneranno dalla Calabria, dove il 3 agosto erano andati in vacanza con figli e nipoti. E dove Omar è morto, dopo aver accusato un dolore atroce alla testa di ritorno da una giornata al mare. “Aveva in corso un’emorragia cerebrale, come poi ha accertato l’ospedale di Reggio Calabria. Vogliamo capire se c’è un nesso tra le botte prese e la sua morte. Vogliamo che si verifichino le responsabilità”.

Giovedì è stata effettuata l’autopsia: l’avvocato della famiglia, Giuseppe Capobianco, sta ancora aspettando l’esito, ma in questi giorni la salma del ragazzo farà ritorno a Bollate con i genitori. A Cascina del Sole, la frazione dove viveva Omar, le strade sono vuote e fuori dal portone di casa è già stata appesa un’epigrafe che conferma la tragedia. Proprio in quelle strade i suoi amici vogliono ora lasciare un segno. Un ricordo, un omaggio, perché Omy continui a vivere. I compagni di tante serate stanno così pensando di creare un evento, forse una fiaccolata, che potrebbe essere organizzata per la prossima settimana. “Stiamo pensando a un momento di ritrovo, per starci più vicini in questo dolore”.

Nel frattempo continua la raccolta fondi sulla piattaforma Gofundme, creata dal cugino Emanuel Medici, conosciuto nell’ambiente musicale e non solo come Blaster. Fino a oggi sono stati raccolti circa seimila euro: il traguardo prefissato è di 15mila. “Questi contributi serviranno per aiutare i genitori di Omar nelle sostanziose spese di trasporto della salma dalla Calabria a Bollate, per le spese del funerale e i vari costi che ci saranno da intraprendere per avere giustizia”, spiega Michelle. Che, su Facebook, ha anche lanciato una sorta di appello ai buttafuori d’Italia “Spero che da questa storia gli addetti alla sicurezza dei locali capiscano che il loro lavoro non è usare violenza. Se la loro intenzione è picchiare, vadano a fare boxe. Il loro lavoro è placare le liti, non massacrare la gente di botte”.

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Il sindaco di Bollate Francesco Vassallo si è unito al cordoglio: “Ancora non sappiamo se ci sia correlazione sicura tra il pestaggio e la tragedia dei giorni scorsi. Posso solo immaginare l’immenso dolore della famiglia per la perdita di un figlio a un’età prematura. Come amministrazione comunale ci stringiamo attorno ai genitori e ai parenti e rimaniamo a disposizione nel caso in cui ci fossero necessità”. Alla Questura di Reggio Calabria la madre ha affidato il racconto di quanto sarebbe accaduto nella notte di due settimane fa nella discoteca nel Varesotto. Non è ancora chiaro se a occuparsi della vicenda sarà la Procura di Milano o quella di Busto Arsizio. La decisione dipenderà da quale ipotesi di reato sarà individuata. Se si dovesse prospettare una responsabilità medica, l’indagine andrà a Milano perché il giovane era stato visitato all’ospedale di Garbagnate. Lì i medici lo avevano dimesso con un antidolorifico e una prognosi di tre giorni, dopo che una tac non aveva rilevato nulla di preoccupante. Se invece dovesse emergere un’ipotesi di reato legata al presunto pestaggio al DolceBeach di Origgio, l’inchiesta passerebbe alla Procura di Busto Arsizio.