Nicola Palma
Cronaca

Milano, denunciato due volte in 24 ore prima di strangolare il domestico in villa: da ladro ad assassino, l'escalation letale di Dawda Bandeh

Omicidio in via Randaccio, ucciso il 61enne Angelito Manansala: il killer è un 28enne gambiano. Da via Crema a Melchiorre Gioia 137 e Arco della Pace, la geografia dei reati. Sabato il furto da un balcone in via Crema, all’alba di domenica ha scalato un palazzo. Uscito dalla caserma dei carabinieri alle 8.08, mezz’ora dopo ha colpito di nuovo

Angelito Manansala, la vittima dell'omicidio, e i rilievi della Polizia in via Randaccio, all'Arco della Pace di Milano

Angelito Manansala, la vittima dell'omicidio, e i rilievi della Polizia in via Randaccio, all'Arco della Pace di Milano

Milano –  La folle Pasqua di Dawda Bandeh non è iniziata alle 8.38 all’Arco della Pace, ma qualche ora prima. All’alba. Ecco la ricostruzione della domenica del ventottenne gambiano, che, stando alle accuse, ha assassinato il sessantunenne filippino Angelito Acob Manansala, strangolandolo nell’abitazione in cui lavorava come domestico per conto di un cinquantaduenne israeliano, rappresentante di spicco di un’istituzione che si occupa di raccogliere fondi per il suo Paese.

All'alba in via Melchiorre Gioia

Sono da poco passate le 5.30, siamo in uno stabile all’incrocio tra via Gioia e via Cagliero. Due inquilini del sesto piano si svegliano di soprassalto e si accorgono che c’è qualcuno sul balcone che sta cercando di salire ancora, fino al settimo. Chiamano il 112, ma poi aprono la porta-finestra: il gambiano-acrobata entra nell’abitazione e si dirige verso l’uscita senza aggredire la coppia di fidanzati né cercare di portar via nulla. All’arrivo degli equipaggi del Radiomobile, del ventottenne non c’è traccia, ma i militari riescono a rintracciarlo in via Sammartini: l’uomo viene riconosciuto dai residenti che avevano originariamente lanciato l’allarme e che sporgeranno querela nei suoi confronti.

Dalla caserma a via Randaccio in mezz'ora

Senza documenti (a suo nome risultano carta d’identità e patente italiane e un domicilio nel Comasco), Bandeh viene portato negli uffici della Montebello per essere fotosegnalato; a valle degli accertamenti, viene indagato per violazione di domicilio, in assenza di un’effrazione, di arnesi per lo scasso, di un atto violento nei confronti dei proprietari dell’appartamento e della flagranza di reato. Il ventottenne esce con una denuncia a piede libero alle 8.08. E qui inizia la seconda parte della storia. Sì, perché la carraia della caserma, che affaccia su piazza Giovanni XXIII, dista appena 300 metri da via Randaccio 8. Bandeh percorre via Massena e si ritrova davanti alla villetta liberty d’angolo: non si sa quanto tempo impieghi né quanto tempo sosti lì prima di entrare, ma sta di fatto che alle 8.38 le telecamere del circuito interno di videosorveglianza lo inquadrano all’interno del perimetro della palazzina con giardino.

L'omicidio del domestico

Probabilmente, ha visto uscire Manansala con i cani che doveva accudire nel weekend e ne ha approfittato per scavalcare il muretto di cinta alto due metri. Ora è dentro. Al ritorno del domestico, Bandeh lo aggredisce, gli mette le mani al collo e lo strangola. A delitto compiuto, non scappa: la scena del crimine lascia ipotizzare che abbia anche cercato del cibo; e il comportamento quantomeno anomalo segnala una personalità borderline, sebbene non risultino ricoveri o percorsi di assistenza per problemi psichici.

Il ritorno del proprietario

Alle 18, il cinquantaduenne israeliano rientra con una delle figlie dopo una settimana di ferie fuori città: appena entrato, vede Manansala a terra esanime; poi si accorge della presenza di un estraneo, che a sua volta lo nota. Il padrone di casa ha la prontezza di richiudere la porta e di chiamare il 112 per chiedere aiuto. Nei minuti trascorsi tra la telefonata alla centrale operativa della Questura e l’intervento degli agenti di due Volanti dell’Ufficio prevenzione generale, il gambiano non tenta neppure di fuggire.

L'intervento della polizia col taser

Quando i poliziotti fanno irruzione, lui li aggredisce: per immobilizzarlo, un ispettore dovrà attivare i dardi del taser d’ordinanza per dargli una scarica elettrica. In tasca ha 80 euro. Dopo il passaggio di prassi al pronto soccorso del Fatebenefratelli, il presunto killer viene sottoposto a fermo dal pm di turno Andrea Zanoncelli e portato a San Vittore, in attesa dell'udienza di convalida davanti al gip. Per il domestico non c’è niente da fare: l’esame del medico legale retrodata il decesso a diverse ore prima. Quante? Sarà l’autopsia a stabilirlo con esattezza. Le tute bianche della Scientifica setacciano la casa fino a notte. Alle 23 si ferma un taxi in via Massena: scendono la compagna e i cognati di Manansala, che in quel momento hanno la certezza che la vittima è il sessantunenne. Le lacrime per una morte assurda chiudono con il più doloroso dei finali la tragica Pasqua di via Randaccio.

Il precedente di sabato

In realtà, l'escalation di Dawda Bandeh era già iniziata sabato mattina. Prima della scalata domenicale al condominio di via Gioia 137 e del successivo blitz omicida in via Randaccio 8, il ventottenne gambiano ci aveva già provato il giorno prima in via Crema, in zona Porta Romana. Lì, stando a quanto risulta al Giorno, l’uomo si è arrampicato sul balcone di un’abitazione e ha rubato un ombrello e un paio di jeans lasciati all’aperto dai proprietari. La chiamata al 112 ha generato l’intervento degli agenti delle Volanti, che, a valle degli accertamenti investigativi, lo hanno denunciato a piede libero per furto. Nessuno poteva immaginare che quel ladro maldestro si sarebbe trasformato in un assassino 24 ore dopo.