ROBERTA RAMPINI
Cronaca

Omicidio Cornaredo: l’assassino fugge in Francia, poi ci ripensa e torna. Fermato

È stata la sua compagna a convincerlo a tornare e a costituirsi. I

Cornaredo, omicidio in piazza Libertà

Era scappato in Francia dove è rimasto nascosto per un paio di giorni l’albanese accusato di aver ucciso con due colpi di pistola Abderrahimi Elkharmoudi, quaantacinquenne marocchino, domenica sera a Cornaredo. È stata la sua compagna a convincerlo a tornare e a costituirsi. Ieri pomeriggio è stato fermato dai carabinieri della compagnia di Corsico e accompagnato in caserma. È stato interrogato dal pubblico ministero Pasquale Adesso, titolare delle indagini, e dagli investigatori, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Il fermo

Identificato in poche ore grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza del bar Agorà e della piazza, l’albanese, che vive nell’hinterland milanese, al termine dell’interrogatorio è stato fermato con l’accusa di omicidio volontario. La sua compagna è la donna con la quale domenica sera, al bancone del bar Agorà, il marocchino aveva litigato.

Il movente

Una discussione animata su come i marocchini trattato le donne, che è continuata anche in piazza. L’albanese,che all’interno del bar aveva cercato di allontanare il marocchino, infastidito dai toni usati nei confronti della sua compagna, ha pensato di vendicarsi. Si sarebbe allontanato e dopo pochi minuti è tornato armato di una pistola di piccolo calibro e ha sparato due volte colpendo Elkharmoundi al petto e all’addome. La vittima è riuscita ad alzarsi e raggiungere la propria auto parcheggiata poco distante, probabilmente l’albanese e la compagna non avevano intuito la gravità delle sue condizioni. E sono scappati.

La fuga

Una volta alla guida, il quarantacinquenne è rriuscito a percorrrere solo poche centinaia di metri, poi ha perso i sensi. Sono stati i residenti a chiamare il 112, raccontando di aver sentito dei colpi di pistola. Quando i carabinieri sono arrivati in piazza c’era solo un gruppo di ragazzi che ha raccontato di non aver sentito né visto nulla. I militari hanno controllato le vie del centro cittadino e hanno notato un’auto ferma in mezzo alla carreggiata alla rotonda tra via Varese e via della Repubblica. A bordo c’era il marocchino incosciente e con il capo riverso sul volante, in mano aveva il coltello serramanico che portava sempre con sé e che probabilmente domenica sera ha usato per tentare di difendersi. È stato il personale del 118 a notare i due piccoli fori all’addome e al petto. I tentativi di rianimazione e la corsa all’ospedale San Carlo non sono bastati: il marocchino è morto poco dopo l’arrivo al pronto soccorso.

Le indagini

I militari hanno subito collegato gli spari sentiti dai residenti di piazza Libertà con il marocchino trovato esanime nell’auto. La raccolta delle testimonianze e le analisi delle immagini delle telecamere fanno cadere i sospetti degli inquirenti sull’albanese, che nel frattempo però era già scappato in Francia. La Procura nelle prossime ore chiederà al gip la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere. Da quanto trapela pare che l’arma usata per freddare il marocchino non sia stata ancora trovata. La vittima viveva a San Pietro all’Olmo, e frequentava la piazza e il bar.